ROMA – “Gli dissi di chiamare subito il 118, ma lui mi rispose che si fidava solo di me”. A parlare è Achille Gaspardone, il cardiologo dell’0spedale Sant’Eugenio di Roma, che per 30 anni ha monitorato e curato il cuore impazzito di Pino Daniele. Se il cantante napoletano poteva essere salvato con un intervento più tempestivo, neppure l’autopsia è riuscita a dirlo. Né poteva farlo. Tutto quello che è stato possibile stabilire era ciò che già si sapeva: il cantautore è morto in conseguenza della grave e cronica patologia cardiaca che nel corso degli anni aveva reso necessario l’intervento del chirurgo.
Se il tempo trascorso nel tragitto dalla sua casa in Maremma all’ospedale di Roma gli è stato fatale si potrà capire solo quando saranno conclusi gli esami istologici sui tessuti prelevati. Tra 60 giorni, questo il tempo richiesto dai consulenti ai magistrati della Procura di Roma che hanno aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. Ma non è stato certo il professor Gaspardone a consigliargli di prendere quella fatale decisione di mandare indietro l’ambulanza del 118 partita da Orbetello per dirigersi a Roma.
Gigi Di Fiore, inviato del quotidiano il Mattino, ha raggiunto il chirurgo nel suo studio all’Eur. Il medico di fiducia del bluesman si dice “troppo scottato” dalle polemiche degli ultimi giorni e se la prende con i giornalisti che gli avrebbero attribuito dichiarazioni mai dette, “Mi tuteleranno i miei avvocati”. Ci tiene però a precisare che quella di venire a Roma è stata una scelta del cantante.
“Io gli ho solo consigliato di chiamare un’ambulanza subito. Mi ha risposto che si fidava solo di Gaspardone, cosa potevo dirgli? È stata una scelta del paziente quella di venire al Sant’Eugenio”
I magistrati acquisiranno ora tutto il materiale clinico e medico relativo alla salute di Pino Daniele. Si tratta di documenti, anche risalenti ad anni scorsi, che delineano il quadro di salute del cantautore. Già in passato il cantante quando era stato colto da malore nella sua tenuta di Magliano in Toscana si era recato a Roma per essere curato. Al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e al sostituto Marcello Monteleone sono intanto stati trasmessi i risultati dell’attività di indagine svolta dai carabinieri di Orbetello che ricostruiscono le fasi del viaggio dalla Toscana a Roma e i contatti tra la compagna dell’artista, che lo soccorse portandolo a Roma in auto, e gli operatori del 118.