Pino Daniele testamento: “Figli Fabiola Sciabbarrasi privilegiati”

Pino Daniele testamento: “Figli Fabiola Sciabbarrasi privilegiati” (foto Ansa)

ROMA – Il testamento di Pino Daniele privilegia i figli piccoli, quelli cioè avuti dalla seconda moglie Fabiola Sciabbarrasi. Lo scrive il settimanale Oggi, citando “fonti vicine alla famiglia”. Quella che i giornali hanno presentato come una probabile battaglia tra eredi, ha visto quindi i primi “vincitori”. Gli altri parenti di Pino Daniele sono la prima moglie Dorina Giangrande, i figli avuti da lei. E poi c’è l’ultima compagna, Amanda Bonini, quella che era con il cantante quando è morto. Scrive Oggi: nella quota di eredità nella sua disponibilità, il 25% del suo patrimonio, “Pino Daniele avrebbe fatto in modo di privilegiare i figli più piccoli, avuti dalla seconda moglie Fabiola Sciabbarrasi”.

Questa è solo un’anticipazione dell’articolo del settimanale in cui ricostruisce le ultime ore drammatiche del cantautore, mentre la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta contro ignoti per omicidio colposo. Intanto lunedì 12 gennaio gli eredi sono stati chiamati all’apertura del testamento.

Intanto il fratello di Pino, Nello Daniele, cerca di mantenere unita la famiglia (anzi le famiglie): “Noi stiamo dalla parte della famiglia di Pino, cioè le due mogli e i cinque figli, loro sono una parte fondamentale della vita di mio fratello: ho rispetto per Amanda, ma non possiamo paragonare un anno con i 23 anni passati con Fabiola e i 20 con Dorina (la prima moglie, ndr), non scherziamo”. Nello è stato intervistato da Chi.

Nello Daniele parla dei dubbi che la moglie del cantante, Fabiola Sciabbarrasi, ha manifestato circa i soccorsi prestati dalla compagna del musicista, Amanda Bonini, che era con lui la sera della morte. “Ragazzi, Fabiola è la moglie di Pino, Amanda era la sua compagna da un anno, mi risulta – afferma il fratello -. Fabiola è mamma di 3 figli e moglie da 23 anni, se ha dei dubbi ha il diritto di andare fino in fondo, anche noi fratelli vogliamo sapere la verità. Non accuso Amanda, ma non mi stupisco di Fabiola (…)”.

“Pino Daniele si poteva salvare e vedo troppo sciacallaggio intorno alla sua morte – continua – Il suo cardiologo se ne è uscito fuori dicendo che Pino, quando si è sentito male, lo ha chiamato per dirgli che voleva andare a Roma a farsi vedere da lui. Ma erano 160 chilometri di distanza da percorrere in macchina in quelle condizioni. Penso che il dottore avrebbe dovuto dirgli: “Non ti muovere da lì, me la faccio io tutta quella strada”.

Quel viaggio gli andava evitato, era un rischio ulteriore. Non voglio che ora il dottore faccia il “cardiologo” sui giornali, perché per me ha sbagliato. A uno che si sente male e soffre di cuore non puoi dirgli “vieni a Roma”, gli dici “vengo io da te”, anche contro la sua volontà”.

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Alberto Francavilla