PISA – Rachele Medda, la bambina di 5 anni morta mercoledì pomeriggio nella piscina comunale di Pisa, non sapeva nuotare ed è annegata nell’acqua alta, in una zona della piscina dove il fondale era più profondo dei 50 centimetri dell’area alla quale sarebbe invece stata destinata la piccola.
Rachele si aiutava con un tubo di gomma per galleggiare in sicurezza ma che probabilmente deve essergli sfuggito e per questo è andata sott’acqua. Gli inquirenti stanno anche valutando in che modo ci si è accorti della situazione di difficoltà e se a dare l’allarme possano essere stati gli altri compagni di giochi della piccola.
Al riguardo mantengono il massimo riserbo, ma si stanno facendo accertamenti anche per capire se gli interventi di soccorso siano stati tardivi e scattati quando ormai per la piccola non c’era più nulla da fare. Sul punto potrebbero risultare decisive le immagini registrate dall’impianto di videosorveglianza e già acquisite dai carabinieri, anche se si tratta di telecamere puntate sugli accessi dell’impianto sportivo e che dunque potrebbero fornire una visuale parziale delle vasche. Peraltro è stato un caso che fossero in funzione quel giorno, perché di solito registrano soltanto in orario notturno.
