Policlinico San Donato, dopo tre anni di indagini il pm fa marcia indietro: “Nessuna truffa”

Nessuna truffa, tutt’al più una “residuale e presunta confusione organizzativa, talvolta dovuta a una normativa tanto imprecisa da essere corretta dalla Regione Lombardia”: come scrive oggi il Corriere della Sera in un articolo firmato da Giuseppe Guastella, “dopo tre anni di indagini la Procura di Milano non trova di più in tre cliniche del Gruppo ospedaliero San Donato, la prima azienda del settore in Italia con 18 strutture sanitarie e 4.000 posti letto, e chiede l’archiviazione dell’inchiesta che aveva fatto finire sul registro degli indagati una settantina di persone, tra amministratori e medici, accusate di falso e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale per avere gonfiato, tra il 2004 e il 2007, i rimborsi di prestazioni”. Insomma, il caso si è sgonfiato.
A chiedere al gip l’archiviazione è stato, scrive il Corriere della Sera, il sostituto procuratore Letizia Mannella, che nel gennaio del 2009 si era vista “negare gli arresti domiciliari per tre manager e due primari dell’istituto Galeazzi di Milano (coinvolto con il Policlinico San Donato e la clinica Sant’Ambrogio) dal giudice Vincenzo Tutinelli, il quale non aveva concesso neppure la sospensione degli indagati, ma solo il sequestro di due milioni di crediti vantati nei confronti della Regione”.
Oggi Mannella ammette la “infondatezza della notizia di reato, completamente sfornita di prova”, perché “gli elementi acquisiti non appaiono idonei a sostenere l’accusa” in un eventuale processo.
Tra i casi archiviati, quello di Giuseppe Rotelli: la sua posizione “è stata ora archiviata anche come legale rappresentante delle tre cliniche, indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa delle società”. Mannelli “fa retromarcia” e scrive che “in realtà più corretto” sarebbe stato ipotizzare che si trattava di “prestazioni impartite in regime di ricovero” che forse si sarebbe potuto erogare ambulatorialmente”.
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Maria Elena Perrero