ROMA – Dal 23 settembre dovrebbe essere pubblicata la lista dei politici omosessuali non dichiarati e omofobi. Sono subito partite le polemiche tra chi sostiene che “dire la verità non significhi commettere una violenza” e chi teme che anche questa sia “macchina del fango”.
Paolo Patané, presidente di Arcigay, “si dissocia dall’operazione”, ma la “condanna nella maniera più totale”, arrivando a parlare di una “macchina del fango”. “Quella che sollevo io è, intanto, una questione di pratica politica: un’associazione o un gruppo di individui che si battono contro le discriminazioni e la violenza, non lo possono certo fare con la violenza – sottolinea – E, inoltre, si tratta di una mossa davvero volgare, perché dopo essere stata astutamente lanciata, è stata improvvisamente camuffata dietro all’apparizione di un sito e di un gruppo di cybernauti non meglio identificati. Siamo di fronte ad una macchina del fango, fatta di persone senza volto; quella stessa macchina che da tempo inquina la politica italiana e il movimento Glbt”.
Per lui “questa becera operazione scandalistica offende la dignità delle persone. Tutti hanno il diritto alla sua privacy. Costringere le persone ad uscire allo scoperto è inaccettabile”. Patané fa notare che Arcigay “custodisce i dati sensibili di decine e decine di migliaia di iscritti. Non escludo che ci possano essere nomi noti, ma non lo voglio sapere, perché possono essere solo queste persone a decidere cosa vuole fare della loro sessualità . Noi tuteleremo la loro privacy a spada tratta”.
