POMPEI – Un nuovo crollo a Pompei, questa volta nella Domus di Diomede sulla via Consolare. La stessa vie lungo la quale nei giorni scorsi erano crollati due muri moderni. Lo denuncia la Uil. Ma il ministero dei Beni Culturali smentisce. E nel registro degli scavi di Pompei la segnalazione del custode non menziona la Casa di Diomede.
Secondo quanto riferisce la stessa Uil dei Beni Culturali sembrerebbe ”che anche in questo caso il crollo e le pietre siano venute fuori per effetto della scerbatura. La segnalazione è stata fatta dalla ditta incaricata dei lavori che avrebbe quindi avvertito il custode che poi ha dato l’allarme”.
Il nuovo episodio, avverte il sindacato, richiama ulteriormente la necessità di procedere al piu’ presto alle operazioni di monitoraggio: ”Va controllato tutto – conclude la Uil – altrimenti è uno stillicidio di crolli”.
Il ministero dei Beni culturali però smentisce: “Non c’è stato nessun danno o cedimento nella Villa di Diomede a Pompei”. ”In riferimento alle notizie diffuse da varie agenzie, secondo le quali vi sarebbe stato un nuovo crollo nell’area degli scavi di Pompei, relativo alla domus di Diomede, la verifica effettuata sul posto dai tecnici della Soprintendenza, in sopralluogo congiunto con le forze dell’ordine, ha accertato – dice il ministero dei beni culturali (Mibac) – che tutto ciò non corrisponde a verità, nella maniera più assoluta”.
Il ministero sottolinea poi che ”nel corso di un sopralluogo nella Regio VI.1.4, si è constatato il parziale distacco della muratura posteriore di una fontana, che si è adagiata all’interno della fontana stessa. L’episodio non è sicuramente recente, come dimostra la crescita di vegetazione spontanea. Si tratta di una domus scavata nel 1700, chiusa al pubblico, la cui messa in sicurezza è già prevista nel Programma per la salvaguardia per Pompei”.
”Appare inaccettabile, attesa la situazione di rischio dello stato di conservazione del patrimonio archeologico di Pompei che merita la massima attenzione per l’evolversi dei fenomeni di dissesto, che vengano propalate notizie allarmistiche – afferma ancora il Mibac – atte a gettare discredito sull’Amministrazione dei Beni Culturali”. Il ministero, ”su preciso incarico” del ministro, ”sta facendo valutare la possibilità di una denuncia all’autorita’ giudiziaria per procurato allarme”.