Andava a comprare l’eroina per il figlio 22enne, poi morto di overdose. Con questa accusa è ora indagata Patrizia Carotti, già salita suo malgrado agli onori delle cronache per essere stata segregata per un mese in un pollaio dall’ex cognato. A raccontare la storia è La Nazione.
Secondo i carabinieri, come riferisce oggi il quotidiano toscano, sarebbe stata lei ad acquistare al giovane la bustina di eroina che ne avrebbe provocato il malore. Sempre in base agli accertamenti, da tempo la donna si sarebbe recata praticamente ogni giorno a Firenze, nei pressi della stazione ferroviaria di Santa Maria Novella, per acquistare dosi di stupefacente al figlio tossicodipendente. I militari, coordinati dal pm Massimo Bonfiglio, sono al lavoro anche per identificare il pusher.
Il decesso è avvenuto a Pontassieve lo mattina dello scorso 15 luglio, nella casa popolare dove il giovane, appena 22 anni, viveva. Sabato ci sono state le esequie. I funerali sono stati autorizzati dal pubblico ministero Massimo Bonfiglio della procura di Firenze, dopo che è stata effettuata un’autopsia e un esame tossicologico, alla quale anche l’avvocato difensore della Carotti, l’avvocato Arianna Tabarracci, parteciperà nominando un proprio consulente. Tra sessanta giorni, arriveranno le risposte.