BOLOGNA – Stanno insieme da cinque anni e mezzo, vivono sotto lo stesso tetto e vogliono sposarsi. Ma non vogliono aspettare il giorno in cui anche in Italia il matrimonio tra persone dello stesso sesso sara' legale. Percio' faranno 2.000 chilometri. Tanti quelli tra Bologna e il palazzo di giustizia di Oslo dove il 27 agosto si sposeranno Sergio Lo Giudice, presidente onorario di Arcigay e capogruppo Pd nel Comune di Bologna, e Michele Giarratano, avvocato e responsabile dell'ufficio legale nazionale di Arcigay.
Entrambi nati in Sicilia, Sergio 50 anni fa, Michele 29. Saranno sposi per amore, ma anche per 'politica'. ''Facciamo questo passo ora prima di tutto perche' vogliamo sposarci – racconta Lo Giudice – ma c'e' pure una motivazione di tipo politico, anche se non e' legata all'attualita' e alla novita' di New York''.
In effetti, mesi fa la coppia aveva fatto richiesta di pubblicazioni di matrimonio al Comune di Bologna. Il rifiuto e' arrivato puntuale come previsto, vista l'assenza di una legge sulle nozze gay. Poi la scelta di Oslo, piu' vicina rispetto a Canada e New York che sono gli altri due Stati dove possono sposarsi coppie residenti all'estero. ''Cosi' sara' piu' semplice raggiungerci per i nostri amici'', compresi i testimoni che saranno due amiche d'infanzia di Sergio e Michele.
Ma la soluzione norvegese rientra in una battaglia piu' lunga e difficile per avviare un percorso giudiziario che porti, chissa' quando, alla liberta' di sposarsi in Italia anche per lesbiche e omosessuali. ''Dopo il matrimonio chiederemo la trascrizione e dopo il rifiuto (lo Stato italiano non ammette nozze gay anche se celebrate all'estero, ndr), faremo ricorso alla Corte europea – spiega il consigliere – Speriamo cosi' anche noi di spingere tribunali e legislatori a pronunciarsi sui diritti delle persone omosessuali''.
E una volta sposato, Lo Giudice sogna un sistema di diritti e doveri che non sia tanto diverso da quello che dovrebbe valere per le coppie di fatto. Un'idea diversa rispetto al 'suo' sindaco e compagno di partito Virginio Merola, piu' orientato a dare priorita' ai diritti degli sposati? ''Non proprio, ma diciamo che per me la linea adottata dalla Regione Emilia-Romagna e' la piu' efficace – spiega il futuro sposo – ossia garantire servizi a nuclei di persone che decidono di fare famiglia indipendentemente dal vincolo che li lega''.
