Scuola. Presidi bresciani in rivolta: “Non abbiamo i soldi neppure per le fotocopie”

Le scuole bresciane sono sul piede di guerra; nel mirino il ministro Maria Stella Gelmini e la sua politica dei tagli che avrebbe impoverito gran parte degli istituti del capoluogo lombardo. A mancare, e da circa un anno, sostengono, sono le retribuzioni accessorie per i docenti e i fondi per pagare i supplenti, fare manutenzioni e, addirittura, comprare la carta. Così la protesta dei dirigenti scolastici è sfociata ieri in un’assemblea organizzata dall’Asab, l’Associazione scuole autonome bresciane, alla media Bettinsoli.

«Le nostre scuole devono avere dai 25 ai 30 milioni di residui attivi arretrati», afferma il presidente Piero Maffeis. Nell’attesa di una risposta, lamenta l’associazione, le scuole si sono indebitate e non sanno come tirare avanti anche perché, oltre all’azzeramento dei trasferimenti amministrativi e didattici, c’è da registrare la riduzione di un terzo, rispetto all’anno scorso, dei finanziamenti per stage e terze aree, e per l’alternanza scuola/lavoro «indispensabile – sottolinea Maffeis – per la didattica, come ribadisce il ministro».

Maffeis parla di una situazione di generale precarietà, fatta di “gravi disfunzioni” come la sottoutilizzazione delle infrastrutture per la mancata manutenzione, l’impossibilità di fare lezione per la penuria di supplenti in assenza del docente titolare e la cancellazione di molte attività di recupero, scelte non più in virtù della necessità ma dell’effettiva disponibilità finanziaria.

Un esempio di questa emergenza lo fornisce Donatella Preti, preside del liceo “Leonardo”: «Alcuni docenti non hanno avuto la retribuzione accessoria e il pagamento dei corsi di recupero dell’anno scorso. Ora che non possiamo chiamare i supplenti, continuano a fare ore eccedenti senza essere pagati, ho fatture di fornitori che non posso evadere, abbiamo eliminato tutti gli sprechi, ma abbiamo grossi problemi con le fotocopie».

Già dal maggio scorso Asab aveva acceso i riflettori sul problema, con una lettera di denuncia indirizzata al presidente della Regione Roberto Formigoni, al prefetto vicario di Brescia Attilio Visconti e ai sindacati.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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Sandro