La pena dell’ergastolo è stata richiesta nei confronti di un rampollo della ‘ndrangheta, per un efferato delitto commesso lo scorso anno nei pressi di Torino dove un piastrellista, Giuseppe Trapasso di 23 anni, di San Benigno Canavese, fu ucciso con un colpo di pistola alla nuca dentro un’auto poi data alle fiamme. Una vendetta, è stato appurato nel corso del giudizio celebrato nei giorni scorsi con rito abbreviato, perchè la vittima si rifiutava di saldare il conto di una importante partita di droga. Altri due implicati nella vicenda, che hanno optato per il rito ordinario, compariranno domani dinanzi al gup Emanuele Gai che deciderà sul loro eventuale rinvio a giudizio.
Secondo la ricostruzione dei fatti, il Trapasso aveva trascorso la serata tra il 15 ed 16 ottobre dello scorso anno in un night club di Priacco, località a pochi chilometri da Cuorgnè, dove era stato raggiunto da Domenico Agresta, di 20 anni, membro del clan Agresta-Morando-Trimboli, e da due complici, Vincenzo Solli, disoccupato con numerosi precedenti, e Maxwell Caratti. Al rifiuto di saldare il debito per una partita di cocaina, Agresta ed i suoi complici avevano costretto il piastrellista a seguirli in auto dove le richieste si erano fatte più pressanti, sino a degenerare in un violento alterco. Durante la lite Agresta, secondo l’accusa sostenuta dai pm Stefano Castella e Luigi Tiboni, aveva estratto una pistola e sparato un colpo alla nuca del Trapasso. L’auto veniva quindi portata in una zona isolata nei pressi di Borgiallo e data alle fiamme.
I carabinieri hanno ricostruito l’episodio e arrestato i tre. Solo l’Agresta, come si è detto, ha scelto il rito abbreviato che è stato celebrato nei giorni scorsi e la cui sentenza sarà pronunciata nella stessa giornata di domani.
