Processo attentato Brindisi, Vantaggiato: “Agito da solo, non volevo uccidere”

BRINDISI – “Ho agito da solo e mi dispiace tanto, chiedo perdono alla famiglia Bassi”. Giovanni Vantaggiato, accusato dell’attentato alla scuola di Brindisi dove perse la vita Melissa Bassi, lo ha detto interrogato dai pm al processo della Corte d’Assise. Vantaggiato ha dichiarato che la bomba era destinata al tribunale di Brindisi, ma c’erano troppe telecamere. Chiedendo perdono tra le lacrime, l’attentatore ha detto: “Non avevo pensato di fare del male, lo giuro”.

Seduto sul bancone degli imputati, Vantaggiato racconta il giorno dell‘attentato davanti la scuola Morvillo Falcone del 19 maggio 2012: “Verso l’una e mezza ho collocato la bomba vicino alla scuola. Non perché volevo fare del male, ma per dare una dimostrazione. Ho visto che si sono messi tranquilli per entrare nella scuola, non mi sono accorto che c’erano le ragazze, avrei potuto farlo quando c’era quel signore che ha aperto il cofano”.

Il sopralluogo, le paste e il caffè. ”Ho fatto un sopralluogo 15 giorni prima a Brindisi”, ha detto quindi Giovanni Vantaggiato. ”Quella notte sono rientrato subito a casa e mi sono riposato. Fino alle 6. Poi come tutti i giorni ho preso il caffè, le paste, e mi sono avviato a Brindisi. Il caffè me lo prepara mia moglie e lo porta a letto, anche le paste. Poi mi alzo vado in bagno, mi faccio la barba”.

Ai pm Cataldo Motta e Guglielmo Cataldi, che gli hanno chiesto come ha ‘costruito’ la bomba, Vantaggiato ha risposto ”con miscela di nitrato di potassio e carbone”. ”Chi le ha insegnato a fare queste cose?”, ha poi chiesto il pm. ”Tramite l’enciclopedia, alla voce ‘N’, nitrati, a pagina 72”, ha risposto. I pm hanno chiesto pure a Vantaggiato di spiegare perché negli interrogatori resi in fase di indagine parlasse al plurale: “Può darsi che è il mio modo di parlare, ma non c’è niente’. Ho agito da solo”.

Poi rivolto alla famiglia di Melissa, unica vittima dell’attentato, ha detto: “Mi dispiace tanto, io chiedo perdono alla famiglia Bassi. Ho due figlie non avevo pensato di fare del male, lo giuro. Se avessi voluto fare del male, avrei fatto molto male”.

La bomba non era destinata alla scuola, ma al tribunale, spiega Vantaggiato: “Volevo mettere questa bomba al tribunale, ma non era possibile, c’erano troppe telecamere”. Al pm che gli chiede “perché non l’ha messa a casa sua?”, l’imputato risponde: “Non volevo fare del male”.

Ma perché mettere la bomba di giorno e non di notte? Vantaggiato ha risposto: “Volevo farlo di giorno in senso dimostrativo, non volevo fare del male alle persone. Di notte non c’era nessuno. Avrei potuto farlo quando c’era quel signore che apriva il cofano. Ma mi sono fermato”.

”Perché tre bombole e non una?” ha chiesto il pm. ”Ne ho messe tre, una dà uno scoppio relativo. La polvere non era industriale, non era di stazza efficace”, ha risposto l’imputato. ”Una persona è morta’, gli’ ha ricordato allora il pm. In aula presenti tre ragazze ferite nell’attentato: Selena Greco, Azzurra Camarda e Anna Canoci, che hanno scosso più volte il capo alle risposte di Vantaggiato.

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