Mentre il governo si interroga sul processo breve, nelle procure d’Italia si fanno i conti con la mancanza di risorse. Talmente forte, cronica, da aver portato una procura a dire basta ad alcuni processi “meno gravi” (furti e rapine) per potersi dedicare a quelli più gravi: omicidi e criminalità organizzata.
Succede a Bari e l’annuncio choc lo ha dato il procuratore Antonio Laudati. Mancano i soldi, dice in sostanza Laudati, e in procura bisogna fare delle scelte. Le parole del procuratore sono state subito commentate dal presidente dell’associazione nazionale magistrati, Luca Palamara: “Voglio interpretare la sortita di Laudati come un richiamo a interventi che garantiscano la giustizia ai cittadini”.
Il ministro della Giustizia Alfano da tempo ragiona su come sanare una situazione ormai da emergenza. “Il principio della inamovibilità dei magistrati ha creato una simile situazione” ha detto Alfano annunciando il piano del governo: potenziare gli uffici più esposti alla criminalità . Qui è il punto, perché a Enna dovrebbero esserci 4 pubblici ministeri, ma non ce n’é neanche uno, in una città dove ce ne sarebbe grande bisogno. E invece i magistrati lì, dove i reati di mafia sono all’ordine del giorno, non vogliono andare. Il problema coinvolge anche altre città e anche il Nord: Brescia, per esempio, ha bisogno di 10 magistrati.
