Una professoressa no vax litiga con la preside e per calmare le acque devono intervenire i Carabinieri. L’episodio, di cui riferisce il quotidiano Libertà, è avvenuto a Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza. A chiedere l’intervento delle forze dell’ordine è stata la prof “perché la scorsa settimana, in occasione del ritorno in aula per gli esami di riparazione, la dirigente non voleva permettermi di andare in classe” ha raccontato lei stessa.
“Non voglio vaccinarmi, è una mia scelta legittima e consapevole, quindi, proprio per evitare problemi all’accesso a scuola, mi sono sottoposta a un tampone molecolare con esito negativo nelle 48 ore precedenti. Secondo la preside, non era sufficiente”. La preside allora spiega: “Non è successo nulla di grave, la situazione si è stemperata subito”. Con l’intervento dei Carabinieri peraltro la docente ha ricevuto l’ok delle forze dell’ordine per entrare in classe.
A Sacile invece, in provincia di Pordenone una docente ha deciso di licenziarsi piuttosto che farsi il Green Pass. Non vuole vaccinarsi, né essere sottoposta a tampone. Lei dice che è una scelta di coerenza e di libertà di opinione. Tutto vero, tutto giusto, dato che non c’è obbligo di vaccinarsi. E, davanti all’obbligo di Green Pass per i professori, ha scelto di rinunciare al proprio lavoro.
Naturalmente se la legge non obbliga le persone a vaccinarsi, è lecito rispettare tutte le opinioni. In alcune situazioni, però, si potrebbe pensare di derogare alla libertà individuale in nome del benessere collettivo. E l’obbligo di Green Pass a scuola (ma anche in altre realtà) serve a tutelare proprio quella parte di collettività che ha deciso di vaccinarsi per provare a contenere gli effetti devastanti della pandemia.