TRIESTE – Una donna di 51 anni, vedova e senza lavoro da 4 anni, ha raccontato la sua angosciante storia di prostituta per necessità, per non negare gli studi universitari a suo figlio al quotidiano Il Piccolo.
“E’ l’unica cosa bella che mi è rimasta nella vita, faccio tutto per lui, per garantirgli gli studi, un futuro”, ha confidato alla giornalista parlando di suo figlio. L’attività di prostituta (lavora con il nome di Clelia) è ovviamente all’insaputa del giovane, che ritorna a casa solo nei fine settimana.
La donna, davanti a suo figlio, ha cura di evitare di rispondere al telefono riservato ai clienti. “La mia è una scelta disperata – continua -, lo faccio per riuscire ad arrivare a fine mese. Se il mio ragazzo capisse cosa combino rimarrebbe deluso, umiliato”. Gli amici e le amiche negli ultimi anni le hanno teso una mano “ma ora tutti hanno problemi e non si possono pretendere costanti favori dalle amiche”.
Ma come è scaturita la decisione di intraprendere questa strada? “Fino a 4 anni fa lavoravo in un’azienda poi la crisi e la decisione del proprietario di chiudere. A 47 anni (vedova da oltre 10) mi sono trovata disoccupata, con un figlio bravissimo che finiva le superiori”.
La donna percepisce la pensione di reversibilità del marito “ma per finire di pagare un mutuo, – calcola – pagare le tasse, il dentista e mantenere un ragazzo chemerita di finire gli studi e sbarcare il lunario, non basta”.
“Mi sono iscritta all’ufficio di collocamento – ricorda – ma per una donna matura oggi è praticamente impossibile trovare un lavoro dignitoso. Mi hanno presa per un periodo in una ditta di pulizie ma lo stipendio, scarso, arrivava quando volevano. Mentre la banca non aspetta”.