Prostituzione cinese: 11 arresti. Il gruppo si serviva di un call center

Avevano costituito una vera e propria  impresa della prostituzione cinese in tutta Italia, con tanto di call center che selezionava le ragazze per tipologia di clienti e con lo slogan “Fiume d’amore”. Per questo motivo la polizia di Roma ha arrestato  11 le persone, tutte di nazionalità cinese e in testa all’organizzazione che gestiva i propri affari in 25 appartamenti del Paese.

Gli arrestati contattavano agenzie immobiliari utilizzando l’identità fantasma di Guan Whenzu e a cui venivano poi intestati gli appartamenti, di cui 11 a Roma, tutti sequestrati. In ogni abitazione due o tre prostitute accoglievano i clienti.

A fissare gli appuntamenti era un apposito call center che selezionava le prostitute più belle per i clienti cinesi facoltosi e le altre per quelli italiani, tutte a un costo di 50-70 euro a prestazione. La metà della cifra era per le ragazze, donne clandestine “assoldate” direttamente in Cina. In un giorno si arrivava a guadagnare circa 1.000 euro.

L’organizzazione agiva come una vera holding, curava il settore pubblicitario con annunci su quotidiani e lo slogan “Fiume d’amore!” sui volantini distribuiti in alcuni ristoranti cinesi e scritto in mandarino sui citofoni degli appartamenti delle prostitute, dislocati in varie città italiane come Salerno, Modena, Milano, Treviso, Napoli e Roma.

I ricavi venivano inviati direttamente in Cina con il sistema del money transfert. Per questo gli investigatori, che hanno avviato le indagini un anno fa, stanno cercando di capire se l’organizzazione ha anche collegamenti con ambienti della criminalità che operano in Cina.

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Emiliano Condò