«E’ necessario togliere la prostituzione dalle strade e individuare dei luoghi idonei, come in Spagna, dove esistono bar e ristoranti che ai piani superiori dispongono di stanze che vengono utilizzate per questo. Si tratta di situazioni regolamentate, dove è più facile eseguire controlli, e viene meno la tratta delle schiave e delle minorenni». Lo ha sostenuto il sottosegretario Daniela Santanché, intervistata da Klaus Davi durante il programma KlausCondicio.
Le dichiarazioni del sottosegretario fanno esplodere la polemica e lei stessa ritratta nel pomeriggio sempre nella trasmissione di di di Klaus Davi. «Sono favorevole – ha spiegato – all’esercizio della prostituzione non nei bar, bensì nei night club come avviene in Spagna. Questi locali – ha aggiunto il sottosegretario – dispongono di stanze dove ci si può appartare e dove è possibile esercitare i necessari controlli. Credo che questa sia una soluzione che si può applicare anche nel nostro Paese».
Alla prima versione ha risposto la La Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi: «La sola idea di tramutare i pubblici esercizi in locali a luci rosse offende tutta la categoria. Siamo imprenditori seri e spendiamo tutte le nostre energie per curare l’etica e la morale».
Anche Pia Covre, fondatrice del Comitato per i diritti civili delle prostitute, non è convinta dell’idea: «Il problema non è dove esercitare il mestiere, ma è il riconoscimento dei nostri diritti civili e di lavoratrici». «Conosco bene la Spagna – afferma la Covre – e posso dire che anche in quel Paese c’è una forte carenza di diritti civili per le prostitute. Quindi l’idea della Santanchè non risolve i veri problemi che noi abbiamo: dica prima quali diritti vuole garantire e poi dove possiamo esercitare».
Secondo Sesa Amici, del Pd, «pare più uno spot da dare in pasto agli elettori che una proposta».