Le mamme vulcaniche, che oggi hanno indossato nella piazza del Santuario di Pompei (Napoli) magliette nere con scritte contro le discariche nel Parco nazionale del Vesuvio, si sono sedute nella zona riservata, a pochi metri dalle autorità.
Tra loro il prefetto di Napoli, Andrea De Martino. Interpellato sulla iniziativa delle mamme vesuviane ha affermato che si è trattato di una ”presenza pacifica in attesa di risposte ad un problema che in queste settimane è cresciuto in modo davvero particolare agli occhi della opinione pubblica nazionale”.
Anche il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio ha lanciato un appello contro la realizzazione della seconda discarica di Terzigno. Per il primo cittadino, sarebbe ”un danno gravissimo” per gli Scavi conosciuti in tutto il mondo e per la città visitata ogni anno da 6 milioni di turisti.
D’Alessio ha incontrato anche il sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, e le mamme che hanno preso parte alla Supplica alla Vergine del Rosario, nella città mariana, indossando maglie con slogan contro la realizzazione della discarica. ”Si tratta – ha sottolineato anche riferendosi al sito già aperto e che ha provocato da mesi proteste dei cittadini a causa di miasmi nauseabondi – di un danno reale per le popolazioni che sono nei suoi pressi, in un territorio martoriato. È terribile che soprattutto bambini e anziani debbano essere costretti a rimanere in causa per l’olezzo insopportabile”. Ma l’apertura della seconda discarica, a giudizio di D’Alessio, sarebbe ”un danno incalcolabile per la stessa Pompei e i turisti che la visitano ogni anno”.
La seconda discarica di Terzigno, nel Parco nazionale del Vesuvio ”non deve essere aperta” anche per il vescovo di Pompei monsignor Carlo Liberati. Durante la Messa per la celebrazione della Supplica alla Madonna del Rosario presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, Monsignor Liberati ha ricordato la presenza in piazza di un folto gruppo di pellegrini, in particolare donne, venute in mattinata accompagnate dal sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, per denunciare i rischi della apertura di una seconda discarica alle falde del Vesuvio dopo i danni ambientali prodotti dalla prima, già operativa.
”Sono venuti a pregare da questa mattina. Sono – ha detto il vescovo – soprattutto mamme che non vogliono vedere avvelenare i loro figli, l’ambiente, l’acqua, l’intero territorio”. Monsignor Liberati ha invocato ”una maggiore sensibilità” da parte delle istituzioni. ”Anche l’aria di Pompei comincia a essere ammorbata dai miasmi della discarica”, ha concluso.
