«Oggi finisce questa ridda di voci perché è completato l’interrogatorio che era anche frutto dell’attività di cooperazione con la magistratura che io ho messo in campo. La Regione come ente si sente parte lesa di qualunque atteggiamento lesivo delle regole e delle leggi».
A parlare è Nichi Vendola, il presidente della Regione Puglia, che ha incontrato i giornalisti al termine del colloquio con il pm Desirèe Digeronimo che lo ha ascoltato come persona informata sui fatti nell’ambito della inchiesta che il magistrato ha avviato sulla sanità in Puglia. «Qualunque atto che abbia portato opacità e danneggiato l’organizzazione del sistema sanitario – ha continuato Vendola – è bene che venga perseguito perché non ci devono essere zone di iniquità e zone d’ombra per nessuno. E io ho reso testimonianza di tutto quello che conosco e – ha concluso – di tutto quello che so».
L’audizione del presidente si è svolta all’interno della caserma del reparto operativo dei carabinieri di Bari. Ad accompagnare Vendola, c’era anche il consigliere giuridico, l’avvocato Mimmo Clarizio, che però non avrebbe assistito al confronto. A proposito sempre dell’incontro avuto col magistrato, Vendola si è detto sereno: «Il mio stato d’animo è sereno come lo era prima. Credo di essere una persona al di sopra di ogni sospetto. Io sono persona informata dei fatti, lo so che qualcuno avrebbe desiderato che fossi convocato nella veste di indagato, ma non è accaduto. Riguardo all’eventuale coinvolgimento di altri manager sanitari,«non ho la più pallida idea di quello che può succedere. Non sono in grado di rispondere».