Verona. Denuncia il figlio eroinomane e fa arrestare tre spacciatori

E’ difficile, a volte troppo difficile per una madre pensare che ci sia la droga dietro i silenzi, le assenze, la sofferenza del figlio. E decidere di non parlarci, di confessare tutti i propri sospetti a un ufficiale dei carabinieri è una scelta altrettanto dura. Ma è così che una donna di Verona ha permesso di fermare il preoccupante spaccio di eroina che coinvolgeva molti giovani nelle campagne alla periferia della città.

Un successo investigativo che parte proprio dalla denuncia di questa mamma di Parona, piccolo paese non lontano dalla città veneta. E’ dopo averla ascoltata che i militari della città hanno messo sotto osservazione il figlio, sospetto tossicodipendente. E i pedinamenti hanno avuto buon esito, scoprendo un intenso traffico di droga che coinvolgeva molti altri giovani e che aveva luogo con regolarità in una zona boschiva a nord della cittadina di Quinzano. I clienti identificati sono risultati alla fine una trentina; e da undici di questi i carabinieri hanno ottenuto la confessione dell’acquisto e dell’uso di eroina.

Le indagini si sono concentrate quindi sugli spacciatori, che i ragazzi interrogati hanno individuato in tre giovani maghrebini clandestini tra i 22 e i 24 anni. Le concordanze delle confessioni hanno permesso al giudice per le indagini preliminari di disporre l’arresto di tutti e tre. I pusher, che nel frattempo avevano lasciato la città, sono stati rintracciati e fermati; due di loro a Verona, il terzo nel Centro di identificazione di Gradisca d’Isonzo, nei pressi di Gorizia.

Già due mesi fa a Follonica, in provincia di Grosseto, una donna sudamericana si era rivolta alle forze dell’ordine per denunciare gli spacciatori della figlia appena maggiorenne, permettendo di bloccare un diffuso spaccio di eroina nella città toscana.

*Scuola di Giornalismo Luiss

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Sandro