
ROMA – Raffaele Pennacchio: “Non vogliamo le Coop!”, l’ultima battaglia. La morte di Raffaele Pennacchio, difensore fino all’estremo sacrificio dei diritti dei malati di Sla (sclerosi laterale amiotrofica) in Italia, contribuisce in maniera determinante a una parziale vittoria del Comitato 16 Novembre: il governo si è detto disponibile ad aumentare a 100 milioni di euro (di cui il 30% destinati alle disabilità gravissime) il fondo per la autosufficienza . E’ una parziale vittoria per i 3600 malati (ma le stime non sono certissime) italiani che, a fronte di un allungamento della vita media per l’efficacia dei trattamenti che rallentano il decorso della Sla, devono combattere con un numero maggiore di anni di costosa assistenza.
Ma la vita che si prolunga comporta in ogni caso una progressiva perdita di autonomia, fino a una totale non autosufficienza. E qui la richiesta fondamentale del movimento: assistenza a domicilio, non istituzionalizzazione delle persone nelle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali. Con un ragionamento doppio: l’assistenza a casa costa molto meno (50 mila euro all’anno contro 90 mila in Rsa (Franco Bomprezzi, Corriere della Sera)
Nelle Rsa, residenze sanitarie assistenziali, messe a disposizione delle Regioni, “è presente un medico, personale infermieristico che assicura un’assistenza continua nelle 24 ore, personale di riabilitazione, di assistenza di base, di attività occupazionale e di animazione” dove “è prevista a carico del paziente una partecipazione alla spesa di natura alberghiera nella misura variabile da regione a regione” (Fonte Educazione&Scuola).
La controparte del Comitato 16 Novembre (primo presidio dei malati di Sla organizzati da Pennacchio sotto il ministero dell’Economia nel 2010) non è tanto lo Stato quanto, per esempio, le Coop che gestiscono l’operatività delle Rsa. Una foto è emblematica di Raffaele Pennacchio, quella che lo ritrae su una carrozzella durante uno dei suoi tanti sit-in mentre esibisce un cartello con su scritto “Non vogliamo le Coop! Gli assistenti li scegliamo noi”. Quei soldi, diceva il cartello, serve che arrivino direttamente alle famiglie, senza intermediazioni cooperative.
