PALERMO, 28 NOV – La corte d'appello di Milano ha condannato complessivamente a oltre 52 anni di carcere quattro persone accusate della clamorosa rapina commessa il 24 febbraio 2008 alla gioielleria 'Casa Damiani' di corso Magenta. La banda scavo' una via di passaggio nelle cantine di un palazzo adiacente per introdursi nel negozio. Il bottino fu di circa 16 milioni di euro.
I banditi, considerati vicini ad ambienti di Cosa Nostra, vennero arrestati nel dicembre 2008, dopo dieci mesi di indagini, condotte dalla squadra mobile e coordinate dal procuratore aggiunto di Milano, Alberto Nobili.
Gli imputati – i palermitani Michele Stagno, Franco Scaglione, ritenuto dagli investigatori vicino al boss Giovanni Nicchi, Francesco Di Figlia e Gaetano Sanzo hanno avuto 13 anni e 2 mesi di carcere ciascuno.
I rapinatori furono scoperti anche grazie alle immagini delle telecamere di sorveglianza che avevano ripreso parte della targa del furgone utilizzato per compiere la rapina. La banda aveva creato un buco nelle cantine di un edificio vicino alla 'maison del gioiello', una delle piu' blasonate e conosciute al mondo, aveva legato i dipendenti con dei laccetti e, senza armi, si era portata via 16 milioni in gioielli che non vennero mai ritrovati.
A dare un impulso decisivo all'inchiesta sulla rapina Damiani, furono anche le dichiarazioni di una romena, che oggi vive sotto protezione.
