ROMA – Il 2011 è stato un anno record per furti, rapine e borseggi. A documentarlo sono i dati riservati che le prefetture di tutta Italia stanno inviando al Dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale, anticipati dal quotidiano la Repubblica.
Secondo i dati riportati dal giornale, dopo anni di calo costante, c’è stata un’impennata a sorpresa dei reati contro il patrimonio, aumentati del 15 per cento rispetto al 2010.
Boom di assalti alle abitazioni, cresciute del 28 per cento in pochi mesi. Gli omicidi sono “stabili”: 610 casi nel 2011. Aumentato invece il numero dei criminali nel totale delle denunce. Per i reati legati alla droga la quota di stranieri denunciati è pari al 34,5%. Mai stata così alta.
I numeri sono provvisori, ma abbastanza alti per parlare di emergenza sicurezza. Un incremento come quello del 2011 non si verificava dal triennio 2004-2007, ma allora la fase espansiva era stata più graduale. A determinare quell’impennata avevano contribuito solo una parte di reati: i borseggi, i furti di automobili e nei negozi. Quelli commessi in appartamento e gli scippi in realtà erano in costante diminuzione.
Secondo il sociologo Marzio Barbagli la colpa è della crisi economica che negli ultimi mesi è entrata nella fase più aggressiva. Aumento dei licenziamenti e un numero sempre più alto di giovani tenuti ai margini del mercato del lavoro sono, secondo Barbagli, tra le cause di disagio che portano alla disperazione e dunque a delinquere.
