RENDE (COSENZA), 14 LUG – Quattro pozzi di acqua, posti nell'area dell'ex stabilimento industriale Legnochimica di Rende, dismesso da alcuni anni, sono stati sequestrati dalla Procura della Repubblica di Cosenza.
Il sequestro e' stato eseguito nell'inchiesta sui possibili danni provocati all'ambiente dalla Legnochimica che vede indagato il legale rappresentante dell'azienda Palmiro Pellicori a cui vengono contestati i reati di inosservanza delle leggi e dei regolamenti nello sversare nei laghi di decantazione limitrofi allo stabilimento industriale i residui liquidi della lavorazione con il conseguente avvelenamento delle acque destinate all'alimentazione.
L'inchiesta e' condotta dal Procuratore della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri, dall'aggiunti Domenico Airoma e dal sostituto procuratore Giuseppe Casciaro.
Nei mesi scorsi la procura ha affidato un incarico ad un consulente per accertare la situazione dell'area. Nella relazione il prof. Gino Crisci ha evidenziato che ''la falda acquifera sotto ed in prossimita' dei bacini artificiali, risulta gravemente contaminata, anche in profondita' e che detta contaminazione si e' estesa ai pozzi esistenti in zona''.
Gli esiti delle analisi chimiche sulle acque utilizzate, per irrigare gli orti, per gli animali, per l'alimentazione e per l'irrigazione dei fondi agricoli appartenenti al consorzio di bonifica, hanno rivelato la presenza di metalli pesanti (alluminio manganese e ferro) che possono provocare danni alla salute.