POTENZA – ”Si è chiuso il cerchio intorno a Danilo Restivo, che noi abbiamo considerato il responsabile della morte di Elisa fin da quel 12 settembre 1993. E’ una notizia, una conferma, che abbiamo aspettato e per la quale ci siamo battuti per 17 anni”: così Gildo Claps – fratello di Elisa, il cui cadavere fu trovato il 17 marzo 2010 nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, a Potenza – ha commentato la notizia dell’individuazione di tracce del dna di Restivo (detenuto in Inghilterra) sulla maglia che la ragazza indossava il giorno della scomparsa.
Claps ha espresso ”grande soddisfazione” per l’esito dell’esame svolto dal Ris dei Carabinieri di Parma e di Roma: ”Devo ringraziare anche la Procura della Repubblica di Salerno e i nostri avvocati”. ”Voglio precisare – ha aggiunto – che sono stati esaminati anche i 20 reperti che il professor Vincenzo Pascali aveva scartato, una circostanza che ora apre un nuovo scenario, tutto da chiarire”.
”Il fatto che si sia giunti a questo snodo decisivo – ha concluso Gildo Claps – è un segnale molto importante per le famiglie delle persone scomparse. La caparbietà e la determinazione che noi abbiamo avuto per tanti anni nel credere che la verità fosse raggiungibile dimostrano che non bisogna perdere la speranza. Restano ancora – ha concluso Claps – tanti nodi da sciogliere e tanti aspetti in ombra da portare alla luce, ma anche in questo caso non ci arrenderemo”.