Le famiglie non hanno i soldi per pagare le rette e le scuole cattoliche di Reggio Emilia sono «al limite della sopravvivenza, in alcune scuole si arriva anche al 50% di insoluto».
A lanciare l’allarme è la presidente delle scuole materne Fism, Mariannina Sciotti. «Nel comune di Reggio la Fism ha 21 scuole dell’infanzia e 10 nidi, in provincia le scuole sono 83 e i nidi 45. In ambito educativo continuiamo a essere la maggioranza… Se crolliamo noi, crolla il sistema», spiega.
In realtà i problemi con i pagamenti non sono nuovi, ma la Sciotti frena: «Bisogna tenere presente che il 70% del bilancio viene coperto dalle famiglie, solo il restante 30% è assicurato da contributi pubblici. Lo Stato poi è del tutto assente, solo le convenzioni con il Comune capoluogo e con pochi altri Comuni della provincia ci danno una boccata d’ossigeno. Non abbiamo cassa integrazione nè ammortizzatori sociali ma i nostri educatori e i loro stipendi saranno gli ultimi a essere toccati».
Di fronte alla crisi e alle difficoltà delle famiglie si pensa ugualmente ai bambini: «Chiediamo ai genitori di continuare a portare i bambini a scuola perché non vengano penalizzati. Sappiamo che nessuno si sta approfittando di questa situazione, abbiamo documentazioni che parlano di cassa integrazione e licenziamenti, con tutta la sofferenza e la frustrazione che ne possono derivare. Qualcuno ha anche tentato di tenere i bambini a casa senza dire nulla ma appena ce ne siamo accorti siamo intervenuti. Se un tempo erano le famiglie di stranieri a trovarsi in difficoltà, ora sono i reggiani che non riescono a farsi carico delle rette».