
FIRENZE – “C’è stato un momento in cui un carabiniere l’ha preso per il collo da dietro. In questo momento il ragazzo ha alzato lo sguardo e ha incrociato il mio, o comunque mi ha visto, e ha detto: scrivete la mia storia“: è questo il racconto di uno dei 72 testimoni ascoltati nel corso dell’indagine sul caso della morte di Riccardo Magherini, l’ex calciatore morto a 40 anni dopo essere stato fermato e ammanettato lo scorso 3 marzo, nella notte, nel quartiere di San Frediano a Firenze al culmine di un attacco di panico e dopo aver rotto a spallate i vetri di due pizzerie.
Le testimonianze sono state raccolte dall’avvocato Luca Bisori, che ha assistito la famiglia Magherini, prima del passaggio di consegne con Fabio Anselmo.
“Ho visto un carabiniere che dava alla persona fermata almeno cinque o sei calci con il piede sinistro — racconta uno di quelli che ha visto e sentito tutto dalla finestra della sua casa — non saprei dire quanta violenza o energia ci fosse in quei colpi, di cui però ho avvertito il rumore. La persona fermata in quel momento continuava a sprazzi ad urlare e mugugnava”.
“Mentre lui urlava ed era già ammanettato – racconta un altro testimone – uno dei carabinieri gli ha dato 3 o 4 pedate credo all’altezza del torace. Avendo visto i calci ho detto di fare piano, e anche altre persone hanno gridato cose simili, e questo perché il ragazzo era già immobilizzato per terra, e quindi dargli calci era assolutamente inutile: sembrava che glieli dessero come per farlo stare zitto”.
“Più si divincolava e più, ovviamente, i carabinieri cercavano di bloccarlo — riferisce un teste — dopo pochi minuti sono riusciti a metterlo in ginocchio: uno di loro lo teneva per il collo, un altro gli aveva preso le mani tenendole dietro la schiena, gli altri erano intorno ma era difficile dire esattamente cosa facessero in quella situazione concitata. Da quella posizione lo hanno poi bloccato con la testa piegata verso terra, a contatto di lato con l’asfalto. In questo momento lo hanno ammanettato, mentre uno dei carabinieri continuava a tenerlo alla testa, credo già in quel momento premendogli un ginocchio sul collo”.
“I tre carabinieri che mi davano le spalle erano di lato al corpo di Riccardo, ed erano in piedi tranne uno, che poi si è piegato, e che mi è sembrato che si fosse messo sopra, premendogli le mani sulla schiena, e vedevo un movimento della sua gamba come a dare un calcio laterale, come se dovesse essere nascosto. Gli altri due carabinieri facevano dei movimenti delle gambe come dei calci lievi, che a me sono parsi gratuiti tanto che io ed altre persone in strada a questa violenza abbiamo detto “basta” e un carabiniere ha detto “fatevi i cazzi vostri”.
“Non so dire in quale momento, ma sono certo che da un certo punto in avanti, quando era già a terra, il ragazzo non ha parlato più, né l’ho più visto muoversi, sicuramente prima dell’arrivo della prima ambulanza — si legge in un verbale — Dal mezzo sono scesi in tre, uno solo si è avvicinato al ragazzo, i carabinieri e Riccardo sono rimasti nella stessa posizione”.
“Mi ha sorpreso – racconta un altro testimone – che quando è arrivato il 118 continuassero a tenerlo a pancia in giù. Mi ha dato l’impressione che si fossero accorti che questa persona non stava bene, ma continuavano a tenerlo a pancia in giù. Dopo qualche minuto è stato girato, sempre ammanettato. Ho visto che gli hanno toccato il collo e a quel punto hanno cominciato a fargli il massaggio cardiaco: per qualche minuto, hanno fatto queste manovre ancora con le manette. Poi gli hanno fatto delle flebo, gli hanno iniettato qualcosa — conclude il testimone — è a questo punto che hanno chiesto ai carabinieri di togliergli le manette, perché altrimenti non riuscivano a fargli queste flebo”.
Per ricostruire la notte della morte di Magherini, oltre alle testimonianze, ci sono le telefonate tra i carabinieri e i volontari del 118.
All’1:32 arriva la prima ambulanza, senza medico: secondo quanto emerso, Magherini era già inerte. All’1:44 arriva una seconda ambulanza, stavolta con il medico, che è lì credendo di dover ‘solo’ sedare Magherini.
L’ultima telefonata è delle 2:12, quando il medico, dopo aver praticato a lungo il massaggio cardiacoa Magherini, chiama la centrale del 118 per comunicare che ”il ragazzo che era stato immobilizzato dai carabinieri è in arresto cardiaco. Sono per strada”.
Quando il medico ipotizza che il ragazzo abbia una trentina di anni, l’interlocutore gli chiede: ”Ha preso roba?”. ”Poi ne parliamo”, risponde il medico.
E poi c’è anche il video dell’arresto.
“Il video riprende l’episodio a partire da qualche secondo dopo dell’una e ventisette del mattino del 3 marzo. Riccardo chiede aiuto sin dal primo momento e ha creduto di trovarlo nei quattro carabinieri. Dopo il fermo è morto. Le immagini lasciano nitidamente vedere che i comportamenti dei carabinieri sono illegali” ha commentato il senatore del pd Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti Umani.
ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI, NON ADATTE A UN PUBBLICO SENSIBILE: FOTO ANSA




