Al momento del blitz il documento non era stato ancora firmato. Nessun dettaglio in più sulla tipologia dei titoli è stato fornito dagli inquirenti nella conferenza stampa, che si è svolta a Bologna. E’ questo, del resto, uno degli aspetti più oscuri della vicenda, oltre alla reale titolarità da parte del finanziere turco di quei titoli dal valore astronomico e sui suoi presunti rapporti professionali con la Federal Reserve. Ma accertamenti sono in corso anche per verificare se Sakli abbia precedenti penali. L’uomo – hanno precisato gli investigatori – era in Italia da un paio di mesi e non per motivi di lavoro.
Non ha un’abitazione a Rimini ma era ospite di una coppia di amici che vive in zona mare. E’ qui che il 14 maggio intorno alle 7.30 Sakli è stato prelevato da 5-6 persone che, armate e con una pettorina della polizia, hanno detto di essere agenti della questura di Pescara. Poi l’hanno caricato a forza su una macchina e portato via. A denunciare il sequestro alla polizia di Rimini sono stati subito dopo i due amici pensionati.
Sakli è stato in un casolare a Chiusi (Siena) due giorni, poi il 18 maggio è stato portato a Roma dove poco dopo è stato liberato dalla polizia (ora è a disposizione degli inquirenti) che era già sulle tracce dei sequestratori grazie a intercettazioni e pedinamenti. A Roma la banda si incontrava in un appartamento probabilmente per organizzarsi e preparare il rapimento. Gli arrestati dovranno rispondere di sequestro di persona a scopo estorsivo e detenzione di armi.