Ristoranti sempre pieni a Milano. Allora ha ragione Berlusconi?

MILANO – La crisi non sfiora i ristoranti di Milano che nonostante i tempi non proprio felici crescono di numero: sono quasi 6500 quelli registrati con un più 8,5% rispetto al 2010. Proprio come aveva detto Berlusconi qualche giorno fa. Sono i dati forniti dalla Camera di Commercio di Milano a margine della manifestazione “Golosaria 2011″, partita il 5 novembre e giunta alla sesta edizione.

Un business che non tramonta e che anzi ha solide radici nella cucina lombarda. Un’impresa di ristorazione su tre propone la classica cucina milanese fatta di risotto giallo, cotolette e ossi buchi. Ma soprattutto è un settore, quello legato alla gastronomia, che affascina sempre di più i giovani visto che un decimo delle ditte individuali del comparto li vede all’opera. A crescere sono soprattutto i catering, che passano da 31 imprese a 40, con una crescita del 29% nell’ultimo anno. Il settore in salute si è dotato di un marchio – DeCa, Denominazione di Cucina Ambrosiana – che vuole certificare l’impegno a utilizzare prodotti tipici e stagionali garantendo metodi di preparazione legati alla tradizione e l’uso di ricette con radici nella storia e nella cultura della gastronomia milanese. I locali DeCa, per rientrare nei parametri, devono proporre almeno cinque piatti della tradizione ambrosiana.

Ma che il settore non stia subendo i colpi della crisi lo mostrano i dettagli del comparto: bar e esercizi simili (cioè senza cucina interna) sono aumentati di mille unità; le aziende che forniscono pasti preparati sono in numero invariato nell’ultimo anno. “I marchi di qualità come il DeCA” ha dichiarato Alfredo Zini, consigliere della Camera di commercio di Milano “nascono dalla necessità di valorizzare il nostro patrimonio gastronomico attraverso una certificazione che ne distingua la qualità e la tradizione. La tutela e la promozione della cucina tipica possono essere uno strumento di competitività ma anche di concreta valorizzazione dell’eccellenza delle realtà produttive locali, in un’ottica di accorciamento della filiera agroalimentare che vada a vantaggio sia delle imprese del territorio che dei consumatori”.

È in quest’ottica che la Camera di commercio ha avviato tramite la sua società partecipata Agrimercati una serie di iniziative per favorire l’instaurarsi del modello di produzione a Km0 per servire i ristoranti meneghini. Fa parte a pieno titolo di questo contesto così vitale anche Golosaria 2011 che è in grado di presentare più di 80 produttori e selezionare oltre 100 tra i migliori produttori di vini nazionali. Nei tre giorni di manifestazione spazio ai piatti della tradizione lombarda e ai prodotti del territorio: “Golosaria” dice Paolo Massobrio, uno degli ideatori, “ha creato nel tempo una community di appassionati che rappresentano l’altro tassello del mondo del gusto, quello dei consumatori attenti che permettono di arginare una crisi su un fenomeno come la qualità dei nostri prodotti alimentari; una qualità diffusa, che segna un punto di non ritorno nella scelta dei consumatori”.

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Alberto Francavilla