PISA – Antonio Logli e l’amante Sara Calzolaio commentavano le trasmissioni tv dedicate alla scomparsa della moglie Roberta Ragusa, usando, quando i testimoni venivano intervistati, frasi tipo “L’hai visto il cartone animato?” oppure affermando che erano solo fantasie.
E’ quanto scrivono gli investigatori in una relazione inviata alla procura della Repubblica per indicare gli indizi di colpevolezza a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, la donna scomparsa tra il 13 e il 14 gennaio 2012 da Gello di San Giuliano Terme (Pisa).
Il marito è accusato di omicidio volontario e soppressione di cadavere: recentemente gli è stato notificato l’avviso di conclusione indagini. Nel rapporto gli inquirenti elencano testimonianze, circostanze e intercettazioni sostenendo che unico responsabile della scomparsa dell’imprenditrice è il marito, che l’avrebbe uccisa, forse al culmine di una lite, e poi ne avrebbe distrutto il cadavere.
Un lavoro condensato in due rapporti, uno consegnato nel luglio 2013 e l’altro nell’aprile scorso. In particolare tra le circostanze vi è una conversazione telefonica, depositata agli atti, tra Logli e l’amante Sara Calzolaio. Sono le 22.47 del 25 gennaio 2013 e i due commentano un servizio andato in onda qualche sera prima durante una puntata del programma tv Chi l’ha visto?.
“Han detto che l’altra sera hanno fatto il cartone animato”, dice Logli riferendosi a una ricostruzione della testimonianza di Loris Gozi, che ha dichiarato di averlo visto in strada e poi litigare con una donna la notte della scomparsa della moglie. Ricostruzione fatta con disegni da parte delle redazione per illustrare luoghi e spostamenti. “Sì, l’era glaciale…”, risponde Sara Calzolaio, ma Logli insiste: “No.. no.. il cartone animato a ‘Chi l’ha visto'”.
E lei chiede chiarimenti: “Il cartone animato? Cioè?”. “Hanno fatto vedere – spiega Logli – questa C3 grigia che… dove c’era… dove mi hanno riconosciuto me… dice… c’era una donna che…”. A quel punto Sara Calzolaio lo interrompe e afferma: ”Metti che questo dica il vero, no? Non poteva essere che lei giù conosceva qualcuno… aveva un appuntamento con qualcuno… che discuteva con qualcun altro?”.
Logli insiste nel dire che sono solo fantasie. Ma gli inquirenti annotano nella relazione alla procura che mentre la donna parla al singolare sapendo dell’esistenza di un presunto testimone, Logli usa sempre il plurale perché ha la consapevolezza di ”essere stato visto da più persone, e tra queste di certo egli riconobbe oltre a Gozi anche la moglie Anita Gombi” e ciò non solo, concludono gli investigatori, per ”le parole utilizzate nella stessa conversazione, ma nella materialità delle condotte che lo stesso Logli tenne nell’immediatezza” riferendosi alla visita compiuta a casa dei coniugi Gozi, e solo da loro, il giorno seguente per chiedere se avessero visto Roberta Ragusa. .