ROMA – Son passati tre anni dalla scomparsa di Roberta Ragusa, la donna sparita nel nulla la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa. Unico indagato il marito, Antonio Logli. Ed è proprio il marito a dare la sua versione dei fatti su cosa accadde quella notte, raccontando di esser andato a letto presto e di aver lasciato la moglie da sola in cucina mentre era intenta a scrivere la lista della spesa per il giorno successivo. Secondo il racconto di Antonio Logli il mattino dopo però Roberta Ragusa era scomparsa nel nulla.
Il processo per la scomparsa di Roberta Ragusa si aprirà davanti al Gup, Giuseppe Laghezza, il 6 marzo prossimo alle 9.30. Intanto l’avvocato di Logli sta cercando di smontare anche il racconto del testimone Loris Gozi. Modelli d’auto e orari sbagliati, dichiarazioni rese e poi modificate e poi, l’effettiva capacità, in una notte di foschia, di riconoscere volti a sessanta metri: queste le contestazioni da parte del legale di Antonio Logli al supertest Loris Gozi.
Scrive Pietro Barghigiani del Tirreno:
Gozi sostiene di aver visto Logli in auto a mezzanotte e mezzo in via Gigli. E dopo una ventina di minuti di averlo visto anche litigare una donna («sono sicuro all’80 per cento») prima di farla salire in auto a forza.
Il legale dell’imputato ha ribattuto alle affermazioni del teste durante l’incidente probatorio attraverso il quale le dichiarazioni di Gozi, cristallizzate in 80 pagine come prova nell’anticipazione dell’eventuale processo in Corte d’Assise, rappresentano l’architrave su cui poggia le sue tesi la Procura.
La vista. Per il difensore dell’imputato, che ha prodotto un certificato medico, Gozi ha un’acutezza visiva di otto decimi a entrambi gli occhi. Ma Gozi replica nel controesame: «Non sono miope e non porto gli occhiali».