PISA – I carabinieri ritengono che nei confronti di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, ci sarebbe un ”convergente quadro indiziario” del quale tenere conto per chiedergli di fornire spiegazioni su alcuni punti ancora oscuri. Se invece l’uomo dovesse avvalersi della facoltà di non rispondere, secondo gli inquirenti, sarebbe un punto a favore dell’accusa per chiederne il rinvio a giudizio e ottenere un processo a suo carico. In assenza del corpo della donna e di altre prove schiaccianti, ci sarebbero elementi indiziari significativi: a cominciare da due testimonianze che smentiscono la versione del Logli secondo la quale la notte della scomparsa della moglie lui stesse dormendo nel suo letto.
Il giostraio Loris Gozi ha detto di averlo visto litigare furiosamente con una donna in una strada vicina all’abitazione della coppia e la sua testimonianza è stata cristallizzata con un incidente probatorio. Gozi fu anche l’unico tra i vicini dal quale Logli sarebbe andato il giorno seguente la scomparsa della moglie per chiedere notizie di lei e mostrando una vecchia foto. Inoltre, il marito, venuto a conoscenza della testimonianza, simulò con un amico la scena che lo stesso Gozi avrebbe potuto vedere di notte ma collocandosi nel punto esatto in cui il giostraio disse di vederlo e che, secondo gli inquirenti, era coperto da segreto. Ma c’è anche un’altra donna, vicina di casa dei Logli, che dice di avere visto il marito di Roberta più o meno nella stessa strada e alla stessa ora in cui lo avrebbe visto Gozi. Infine, a suffragare questa tesi ci sarebbe la testimonianza del vigile del fuoco, Filippo Campisi, che sostiene di avere visto uscire di notte una donna in pigiama dalla casa della coppia.