SAN GIULIANO (PISA) – Nuovi sviluppi sulla scomparsa di Roberta Ragusa. In particolar modo ci sono le parole di Antonio Fusi, 62 anni, il testimone pontederese finito nel registro degli indagati perchè avrebbe dato un passaggio, la notte fra il 13 e il 14 gennaio, a Roberta, scomparsa la stessa sera da Gello di San Giuliano Terme (Pisa). L’uomo infatti è stato sottoposto ad accertamenti e la sua auto analizzata anche dai Ris di Roma.
“Non ho ricevuto avvisi di garanzia – ha spiegato Fusi – ma comunque mi sono trovato in mezzo ad una brutta storia. I carabinieri hanno fatto il tampone sulla mia Fiat Panda sia sul sedile del passeggero che sul poggiatesta per vedere se vi sono tracce di dna di questa signora che potrebbe essere Roberta Ragusa. Io comunque non l’ho riconosciuta, sono state le dipendenti dell’autogrill di Pontedera, dove lei mi ha chiesto un passaggio per la stazione, a riconoscerla e ad informare i carabinieri, che poi mi sono piombati a casa nel cuore della notte qualche giorno dopo. So solo che questa signora indossava uno shearling marrone, pantaloni e stivali neri: poi alla stazione di Pontedera l’ho vista salire su un’altra auto, una Lancia Ypsilon”.
Spunta così un’altra auto, la terza, nel giallo della scomparsa di Roberta Ragusa. Le altre due auto sono appunto quella di Fusi, una Fiat Panda sulla quale i Ris di Roma hanno fatto il tampone per prelevare eventuali tracce di Dna di Roberta, e il Suv scuro a bordo del quale la donna, secondo la testimonianza di due bariste, si sarebbe allontanata da Pisa.
“Non so chi era alla guida della lancia Y – sottolinea Fusi – ma l’ho vista salire su quell’ auto”. Poi, l’uomo, pensionato, spiega di non “avere ricevuto alcun avviso di garanzia, ma ho capito che sono finito nei guai”. “Prima mi hanno detto che non ero indagato – precisa – poi invece ora sembra di sì. È una cosa misteriosa. Ho saputo solo che hanno fatto i tamponi al sedile del passeggero, al poggiatesta e alla portiera”.
Il pensionato ammette anche di essere difeso da un avvocato del quale non ha però voluto rivelare il nome. Al momento l’uomo, a quanto si apprende, sarebbe stato indagato solo per consentire l’accesso dei Ris alla sua vettura, all’interno della quale però è stato ritrovato anche un coltello. “Non mi ricordavo neppure di averlo – conclude Fusi – ma è un coltellino con una lama piccola, appena 13 centimetri. Meno male che non hanno trovato un mitra…”.