Roberta Ragusa, testimone e Antonio Logli: la ricostruzione della notte della scomparsa

PISA – Antonio Logli, il testimone e Roberta Ragusa. Come con un puzzle da ricostruire gli inquirenti tentano di ordinare e ricostruire la notte della scomparsa di Roberta Ragusa.

Ecco la ricostruzione completa della notte della scomparsa attraverso le parole dei protagonisti e degli inquirenti:

Loris Gozzi, 36 anni, ex giostraio, ha raccontato quanto visto e udito la notte della scomparsa tra il 12 e il 13 gennaio del 2012.

Primo avvistamento. E’ mezzanotte e mezza quando “Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa, viene avvistato in auto da solo al bordo della strada”. Tesi che smentirebbe la tesi dello stesso Logli che dichiarò di essere già a letto per quell’ora.

Il secondo avvistamento invece parla di una “la lite violenta tra un uomo e una donna in via Gigli, una traversa di via Ulisse Dini a poche centinaia di metri dall’abitazione della famiglia Ragusa”.

Lo stesso testimone racconta delle ore immediatamente dopo la scomparsa di Roberta Ragusa e dei suoi sospetti quando “il marito di Roberta si è presentato a casa sua mostrando una foto della moglie ‘vecchia di vent’anni fa e quindi irriconoscibile’ per cercarla. ‘Però — ha ribadito — è venuto solo da me che abito a centinaia di metri da casa sua e non dagli altri vicini. Come mai?’.

Parole che si aggiungono alle tracce seguite dai cani delle unità cinofile della Protezione Civile nei primi giorni della scomparsa.

La Nazione provò a ricostruire il possibile percorso fatto dalla donna, così come ‘annusato’ dai cani. Un percorso che, atraverso i campi che circondano l’abitazione dei Logli, conduce proprio in via Gigli, laddove il testimone ha raccontato di aver visto, e soprattutto udito, un uomo e una donna litigare violentemente.

Era stato lo stesso Antonio Logli, durante un’intervista a Chi l’ha visto, d’altronde a confermare che i cani avevano seguito le tracce fino a via Gigli.

“I cani — ha infatti rivelato lo stesso il marito di Roberta Ragusa — hanno fiutato le tracce di mia moglie fino a via Gigli“.

Ricostruzioni, dichiarazioni e ipotesi che potranno essere chiarite solo con l’interrogatorio di Antonio Logli. Ugo Adinolfi,  il procuratore capo di Pisa, ha fatto però sapere che “non c’è alcuna fretta di fare — ha ammesso ieri mattina il magistrato —. Anzi, prima vogliamo acquisire più elementi possibili contro di lui”.

“Ma non perché ci siano novità imminenti – assicura il procuratore, smentendo così l’esistenza di ulteriori testimoni —. Siamo in una fase dell’indagine in cui è opportuno procedere con calma e sviscerando anche i più piccoli dettagli”.

“Un passo falso, del resto, Logli lo ha già fatto — conferma Adinolfi — quando ha provato insieme ad un amico a ricreare l’avvistamento raccontato dal testimone. E lo ha fatto nel punto esatto indicato ai carabinieri, punto che non poteva conoscere in altri modi. Questo per noi è un elemento molto significativo, un oggettivo elemento a suo carico”.

Gli investigatori non hanno fretta: la chiusura delle indagini (su Logli) è stata prorogata al 7 agosto e per quella data sarà chiesta un’ulteriore (ma ultima) proroga di altri sei mesi.

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Gianluca Pace