PISA – A bordo della Fiat Panda verde di Antonio Fusi, l'uomo di 62 anni di Pontedera (Pisa) che la notte tra il 13 e il 14 gennaio scorso dice di avere accompagnato Roberta Ragusa alla stazione, i carabinieri del Ris hanno isolato alcune tracce biologiche definite ''interessanti''.
Da queste tracce sarebbe possibile estrarre un Dna da comparare con quello dei familiari della donna scomparsa a Gello di San Giuliano (Pisa) per stabilire se appartengono realmente a lei. Se cosi' fosse, si apprende in ambienti della procura, si tratterebbe di una svolta decisiva nelle indagini.
Roberta Ragusa manca dalla sua casa di Gello ormai da quasi tre mesi e oltre che sull'allontanamento volontario, gli inquirenti indagano anche sull'ipotesi di omicidio (senza tralasciare quella del suicidio). Ci sono due persone formalmente indagate, entrambe per questioni procedurali per consentire gli accertamenti irripetibili dei Ris sulle loro proprieta': si tratta dello stesso Fusi e del marito della donna, Antonio Logli. La scoperta dei Ris sarebbe delle ultime ore, ma gli inquirenti restano cauti e dalla procura fanno sapere che si tratta solo di alcune tracce biologiche (non e' sangue) repertate, peraltro all'interno di un abitacolo molto disordinato.
Negli ultimi giorni invece si sono praticamente azzerate le segnalazioni di presunti avvistamenti di Roberta in giro per l'Italia e su questo fronte la testimonianza piu' valida, oltre a quella di Fusi che ha dato il via agli accertamenti, resta quella di due commesse della paninoteca di via Contessa Matilde a Pisa: hanno raccontato di avere visto una donna somigliante a quella scomparsa, e che indossava gli stessi abiti, entrare nel loro locale per acquistare una bottiglia d'acqua e poi allontanarsi forse a bordo di un Suv.