Saviano e la telefonata di mamma Impastato. Il giudice lo smentisce

Roberto Saviano e Peppino Impastato

ROMA –  Saviano e la telefonata a mamma Impastato. Il giudice lo smentisce. Il gip del tribunale di Roma  Barbara Callari ha dato torto a Roberto Saviano nella causa intentata contro il giornalista di Liberazione Paolo Persichetti per diffamazione. Saviano aveva riferito sul libro “La bellezza e l’inferno. Scritti 2004-2009” di una toccante conversazione telefonica con la madre di Peppino Impastato, circostanza mai avvenuta secondo Persichetti, suffragato da riscontri e testimonianze del Centro Peppino Impastato e familiari dell’eroe anti-mafia.

La vicenda merita un minimo di approfondimento. Tra Saviano e Centro P. Impastato (e gli articoli di Persichetti) c’è una diatriba: non è vero, come scrive Saviano, che è stato il film Cento Passi a dare l’impulso decisivo alle indagini che hanno riaperto e chiuso il caso Impastato, ma l’attività del centro e dei familiari. Vogliono una rettifica che Einaudi respinge con decisione. La circostanza della telefonata fantomatica è un altro colpo all’immagine dell’Autore.

Che infatti si sente diffamato e rilascia una dichiarazione spontanea nella quale descrive gli articoli di Persichetti come:

un attacco teso a svilire il mio stesso impegno sociale e civile.

Qui è in gioco la reputazione. La reputazione di Roberto Saviano. A buttarla in politica, tecnicamente parliamo di un attacco all’idolo da sinistra: Persichetti (un passato nelle Br) rivendica il diritto di criticare l’icona Saviano e ne depreca “l’uso sistematico di una memoria selettiva e arrangiata”.

Ma è un gip che si incarica di corroborare un sospetto che a questo punto diventa ferale (Libero Quotidiano ci aggiunge la malizia di un presunto flop dell’ultimo triplo zero in libreria). Saviano si inventa gli aneddoti, i fatti narrati, le cose? (sempre in tribunale finì un “falso” Benedetto Croce chez Saviano e il terremoto di Casamicciola).

“Robberto? Sono la signora Impastato!” A stento risposi ero imbarazzatissimo, ma lei continuò: “Non dobbiamo dirci niente, dico solo due cose una da madre ed una da donna. Quella da madre è stai attento, quella da donna è stai attento e continua” (La bellezza e l’inferno, Roberto Saviano)

Felicia Vitale, moglie di Giovanni, fratello di Peppino, omonima di Felicia Impastato sua nuora, nega che la mamma di Peppino Impastato potesse aver telefonato a Saviano perché non disponeva di telefono e quando doveva chiamare usava il suo. E lei, di chiamate con Saviano non ha mai saputo nulla. Questo dice la nuora, questo ha accolto il gip che non poteva che prenderne atto:

“Persichetti si è limitato a riferire una diversa ricostruzione della vicenda fondata su fonti attendibili, ovvero le dichiarazioni rese dalla nuora di Felicia Impastato, anch’essa di nome Felicia, e da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, documentate in atti” (ordinanza del gip Càllari del tribunale di Roma)

Non sembra, invece, una prova il fatto che la madre di Impastato sia morta nel 2004 e Gomorra uscito due anni dopo. Lo ha ripetuto la nuora Felicia. Saviano però indica l’inizio della corrispondenza durante i suoi primi articoli (che iniziano appunto nel 2004).

Inviavo a Felicia gli articoli sulla camorra che scrivevo, così, come per una sorta di filo che sentivo da lontano legarmi alla battaglia di Peppino Impastato.  (La bellezza e l’inferno, Roberto Saviano)

Quando si affronta il fenomeno Saviano ci si deve interrogare su una certa monumentalizzazione del personaggio: quella “sorta di filo che sentivo” segnala come il processo inizia da subito e le cause, a una prima diagnosi, appaiono endogene.

 

Published by
Warsamé Dini Casali