PESCARA – Roberto Straccia sarebbe stato ucciso, in acqua forse non è finito per caso e nemmeno per un malore o un incidente: il pool di periti incaricati di seguire il caso del ragazzo scomparso a Pescara e trovato morto a Bari, gela ancora una volta la famiglia Straccia.
Ad annunciare la convinzione che si tratti di omicidio è stato lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi, che racconta di aver sentito Luciano Garofano, ex comandante dei Ris di Parma: “Il generale ha effettuato un lungo sopralluogo ed ha esaminato tutti gli elementi a disposizione. Dopo averli confrontati con quelli in mio possesso, siamo giunti alla conclusione che la morte di Roberto sia da attribuire ad un omicidio”.
Poi aggiunge: “Siamo andati per gradi e per esclusione. Una volta capito che non poteva essersi trattato di suicidio, abbiamo preso in considerazione le altre due ipotesi: l’incidente o l’omicidio. Visti i primi risultati dell’autopsia secondo cui la vittima è entrata in acqua già in stato d’incoscienza, ne è rimasta in piedi soltanto una, quella della morte provocata da qualcuno”.
La chiave andrebbe cercata nel racconto di una testimone. Dice Meluzzi: “C’è la testimonianza di una ragazza che potrebbe essere molto significativa ma al momento preferiamo tenere tutto nel massimo riserbo. Stiamo scavando sui conoscenti e sulle loro frequentazioni. Roberto potrebbe essere venuto a conoscenza di qualcosa di scottante e qualcuno avrebbe potuto tendergli un agguato, magari non necessariamente per ucciderlo. Non è escluso che possa trattarsi quindi di un omicidio preterintenzionale e non premeditato. La situazione potrebbe essere precipitata, trasformandosi in tragedia, durante un tentativo di intimidazione”.
E ancora: “Lo studio della scena del presunto crimine ci ha fatto capire che il ragazzo non può essere caduto dal ponte, visto il fondale basso e fangoso, si sarebbe letteralmente piantato a terra. E’ impossibile anche che si sia recato sul molo sud in quanto le telecamere non lo hanno ripreso. Restano allora quei duecento metri a nord del ponte, dove la videosorveglianza non è in funzione”.