CATANIA – Il signor Rodolfo Bottini, ex operaio Fiat di Catania, è gravemente malato e non ha potuto votare al referendum, racconta ‘Il Fatto Quotidiano’. Bottini è affetto dalla Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, aggravata da enfisema. E’ una patologia che lo costringe a restare attaccato all’ossigeno 24 ore su 24. In queste condizioni, ovviamente, non poteva andare a votare con le sue gambe.
La legge prevede che le persone invalide possano avere la possibilità di votare presentando al sindaco della propria città una “dichiarazione attestante la propria volontà di esprimere il voto presso l’abitazione in cui dimora, corredata della prescritta documentazione sanitaria rilasciata da un funzionario medico designato dagli organi dell’Azienda sanitaria locale”.
Il problema, che Bottini ha voluto esporre al ‘Fatto Quotidiano’, è che la domanda doveva essere presentata con un larghissimo anticipo: entro il 23 maggio. Corredata dei certificati richiesti e seguendo una procedura un po’ macchinosa e senza pubblicità sul sito del Comune. E Bottini, che certo come tanti altri non ha pensato a informarsi già da maggio, ha perso il suo diritto al voto. Che, pure, è un diritto costituzionale.
Bottini ha voluto raccontare la sua storia al ‘Fatto Quotidiano’, ma come lui ci sono centinaia di persone in Italia che si sono trovate nella stessa situazione. Eppure votare dovrebbe essere un diritto imprescindibile e ogni cittadino dovrebbe essere libero di scegliere anche all’ultimo di votare. Non certo con un mese d’anticipo. E chi è diventato invalido dopo il 23 maggio?
