ROMA – Abitazioni 519, esercizi commerciali 269, depositi e magazzini 187, uffici pubblici 41 e immobili non catalogati 156. Questo è il patrimonio immobiliare del Campidoglio, scrive Il Messaggero, per un totale di 1172 immobili che saranno messi in affitto o in vendita sul web. Dopo gli scandali di affitti irrisori, come i 52 euro per un bar a piazza Santa Maria in Trastevere, arriva finalmente l’annunciato Anagrafe pubblico dei beni del Comune di Roma. L’ultimo censimento dei beni risale a 12 anni fa, quando i valori erano espressi ancora in lire.
L’elenco completo degli immobili che sono di proprietà dell’amministrazione e delle aziende municipalizzate sarà a breve postato online. Nell’elenco saranno inclusi anche gli immobili venduti negli ultimi 5 anni o per cui è stata predisposta l’acquisizione nei prossimi 10 anni. A lanciare il progetto dell’Anagrafe pubblico era stata già l’Udc, che aveva raccolto 16mila firme per il progetto, che è ormai vicino alla realizzazione dopo la firma della delibera dal consiglio comunale del 20 settembre.
Alessandro Onorato, capogruppo dell’Udc in Campidoglio, ha dichiarato:
“Il Comune si appresta a vendere beni immobili per oltre 200 milioni di euro e la creazione dell’Anagrafe pubblica era una misura fondamentale di trasparenza non più rinviabile. Finalmente chiunque potrà conoscere l’immenso patrimonio immobiliare del Comune di Roma con un semplice clic, e soprattutto sapere come sono stati e come vengono gestiti dall’amministrazione comunale. Ci sarà anche l’elenco dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e affidati al Comune. Un patrimonio di grande valore non solo materiale ma anche simbolico, su cui la massima trasparenza è un dovere morale”.
Ogni immobile inserito nell’elenco sul web sarà corredato da tutte le informazioni che lo riguardano come l’indirizzo completo, piano compreso, il valore catastale, i metri quadrati di superficie, la destinazione d’uso, il canone di affitto mensile ed il tipo di locatario, sia esso una persona fisica o giuridica, un’associazione o la stessa pubblica amministrazione.
Onorato ha spiegato:
“Il rischio è che se il valore degli immobili non è ben definito e pubblicizzato, possono essere più frequenti i casi in cui le alienazioni e le locazioni vengono sottostimate con un grave danno per le casse capitoline. Questa iniziativa non è certo una lista di proscrizione, ma una forma di partecipazione del patrimonio della città, che è una ricchezza per tutti i cittadini romani”.