ROMA – Acea, l’azienda comunale che a Roma fornisce l’elettricità, recapita una bolletta da 65.551,80 euro a Daniele Cametti Aspri, fotografo di professione. L’uomo ha raccontato la sua storia in un’intervista a Radio Cusano Campus, l’emittente dell’università degli studi Niccolò Cusano. L’uomo vive in zona Casal Palocco, quartiere residenziale non troppo distante da Ostia e il litorale. In casa spesso non c’è per motivi di lavoro. La bolletta che gli è stata recapitata era formata da 34 pagine.
“Vivo a Roma, in zona Casal Palocco – ha spiegato Daniele – . Dieci giorni fa sono tornato dalla padrona della mia vecchia casa, visto che ho cambiato appartamento. L’ho portata nella mia nuova casa, in cucina. Era una posta ordinaria, inviata da Acea. Ho aperto e ho letto l’importo: un conguaglio di 65.000 euro, per dieci anni di mancate letture, relativo alla mia utenza domestica. Questo è un conguaglio, io pagavo regolarmente la bolletta che mi mandavano, che era tra i 150 e i 200 euro a bimestre. Loro dall’aprile del 2006 a maggio del 2016 non hanno mai effettuato una lettura”.
Come riporta l’agenzia Dire,
“La prima reazione per Daniele è stata durissima: ‘Soffro di pressione alta, sono stato male per 3 giorni. E’ come se io avessi aperto senza saperlo un mutuo per acquistare un appartamento. Mi sono sentito male, ho chiesto aiuto alla mia compagna, mi sono mancate le forze, mi sono sentito crollare le gambe. Mi sono trovato all’improvviso nel panico, non ero preparato a un evento del genere, quella cifra è assolutamente al di sopra delle mie possibilità. Ho chiamato il call center che mi ha detto di scrivere ad Acea. Io dovrei iniziare a pagare queste 65.000 euro entro il 19 settembre. Mi hanno proposto di rateizzarlo in 60 rate da 1.092 euro al mese. Lo stipendio di una persona. Io mi sono rivolto ad un avvocato, è impossibile che non facciano letture per dieci anni. Il consumo che mi imputano è tutto da verificare e poi anche fosse stato effettuato davvero, non possono stare dieci anni senza fare una lettura, consentendomi di indebitarmi verso di loro per dieci anni senza darmene notizia. Se mi avessero avvertito io avrei potuto provvedere, invece mi hanno consentito di abusare di un consumo, ammesso che io ne abbia tecnicamente fatto uso, per dieci anni. Il mio avvocato ha intimato ad Acea la rettifica della tariffazione. Tutta la tariffazione di questo conguaglio è risibile. Hanno attribuito un consumo medio nonostante le tariffe siano variabili. Loro non hanno uno storico, non hanno mai contabilizzato. Sto vivendo un incubo, io sono una persona normale, vivo di stipendio, ho una casa in affitto, questo debito per me è insostenibile”.
L’Acea conferma l’esattezza dei calcoli inerenti i consumi effettivi e quindi ribadisce la congruità dell’importo richiesto al suo cliente. La fattura scaturisce, spiega Acea, da una ordinaria operazione di conguaglio a seguito delle ricezioni da parte dei distributori dei consumi effettivi che ha interessato un periodo di dieci anni su una utenza elettrica di 6 kw.
Ora, scrive Il Corriere della Sera
“Una strada immediata Daniele Cametti l’ha davanti: quella di ricorrere e innanzi tutto farsi tagliare cinque anni di conguaglio perché le richieste dell’azienda non possono risalire a un periodo così lontano.