Tre vecchi boss della banda della Magliana si dividevano la piazza dell’usura a Roma. Con una rete di presta soldi porta a porta e strozzini di quartiere, i tre governavano un impero finanziario da milioni e milioni di euro e una lucrosa attività di riciclaggio.
Il 6 ottobre scorso un commerciante li ha denunciati alla mobile e di strozzini ne sono stati arrestati quattro. La banda aveva ridotto sul lastrico una coppia di imprenditori di via Tempesta alla Marranella. Uno di loro Massimo Fedeli detto “er Fruttarolo”, personaggio evanescente e quasi sconosciuto a polizia e carabinieri: l’uomo nascondeva un tesoro da oltre 2 milioni di euro.
I tassi variavano dal 2 e mezzo al 10 per cento: chi non riusciva a pagare veniva venduto. I compratori, quasi sempre, sono affiliati al clan Casamonica, attraverso la sua fittissima rete di parentele e amicizie, gente di mano e di pistola che riesce a spremere alle vittime fino all’ultimo centesimo.
“Dall’inizio dell’anno tra questura e commissariati abbiamo ricevuto solo dieci denunce di vittime dell’usura – spiega Vittorio Rizzi, il capo della mobile – una cifra irrisoria se si pensa che solo nel corso dell”operazione Tempesta’ abbiamo scoperto una quarantina di persone spremute a sangue dagli strozzini. Nonostante gli sportelli antiusura e gli sforzi delle associazioni di categoria, la gente continua a rivolgersi agli usurai e quasi sempre si lega a questi vampiri del credito con un rapporto ambivalente, quasi di gratitudine – continua Rizzi – I ‘cravattari’, del resto, sono abilissimi nel gioco del tira e molla: concedono una proroga, una dilazione e due settimane più tardi fanno la voce grossa, incassano una rata, aspettano e tornano a minacciare…”.
Reato tipico della mala capitolina, l’usura si sparpaglia in mille rivoli dal centro alla periferia e molte volte si incrocia con altri reati come narcotraffico e soprattutto gioco d’azzardo.
