ROMA – Non sono serviti i numerosi appelli in occasione della morte, avvenuta poco piu' di un anno fa, e l'apprezzamento per il suo lavoro arrivato anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. L'istituto di Neuropsichiatria Infantile fondato a Roma da Giovanni Bollea, uno dei padri di questa scienza, e' sempre piu' a rischio chiusura, al punto che il personale sta per inscenarne un vero e proprio funerale.
"La situazione attuale è che stiamo morendo per consunzione – sottolinea Ugo Sabatello, responsabile degli Interventi di Psicoterapia con bambini, adolescenti e genitori – le persone che vanno in pensione non vengono sostituite e i contratti a termine non sono rinnovati. Di questo passo anziché ampliarsi il servizio, che fa da punto di riferimento per tutto il centro-sud, rischia di sparire".
Nonostante il centro sia riuscito a garantire lo scorso anno 6 mila visite ambulatoriali e più di 700 ricoveri attraverso 10 neuropsichiatri infantili, le difficolta' si fanno sentire, e un campanello d'allarme sono le liste d'attesa sempre piu' lunghe: "dare un appuntamento per una prima visita in ambulatorio generale dopo 6 mesi – sottolinea sabatello – non avere un posto letto per un adolescente con un esordio psicotico, rimandare di 8 mesi un intervento articolato per una disabilità dello sviluppo, rischiando l'aggravamento di queste patologie, fare aspettare 4 mesi per un elettroencefalogramma; rimandare sui territori, ormai privi di molti servizi, per una logopedia, per una psicoterapia, per una continuità terapeutica. Tutto questo non ci permette di poter garantire a bambini e giovani il Diritto a Crescere".
Il centro ha gia' sospeso i ricoveri d'urgenza circa un mese fa a causa del mancato rinnovo di un contratto a termine, e il prossimo 27 febbraio sara' inscenato il 'funerale della Neuropsichiatria per cercare di sensibilizzare le istituzioni.
"A parole tutti ci danno ragione – afferma Sabatello – ma poi i fatti vanno nella direzione opposta. Ci era addirittura stato chiesto di aumentare di otto i posti letto per le emergenze, ma riusciamo a malapena a difendere i sei che abbiamo già . Chiediamo l'assunzione di nuovi operatori, la stabilizzazione dei contratti, l'internalizzazione delle ditte d'appalto utilizzate per l'assistenza diretta, per poter garantire qualità ed efficacia al nostro lavoro ed alla nostra risposta sanitaria".
