Era stato uno dei fondatori delle prime associazioni di comunità migranti a Roma, ma oggi è stato trovato morto per il freddo in piazza Vittorio. Si tratta di Sher Khan, pakistano, 55 anni, ed era noto per aver partecipato all’occupazione dell’ex-pastificio “Pantanella” a cavallo della fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 insieme al fondatore della Caritas, don Luigi Di Liegro.
In quel periodo nacque l’associazione United Asian Workers Association (Uawa), una delle prime organizzazioni di migranti che Sher Khan presiedeva. Aveva partecipato alle lotte che le prime associazioni di migranti a Roma avevano portato avanti negli anni ’90 sul lavoro, sul diritto alla casa e sull’asilo politico.
«Lui stesso era un rifugiato politico – racconta Alessandra Caligiuri dell’associazione bengalese Dhuumcatu che con Sher Khan aveva condiviso battaglie politiche – eppure, soltanto tre giorni fa era uscito dal Cie di Ponte Galeria dove era stato trasferito. Sher Khan in questi anni ha subito una vera e propria persecuzione da parte delle autorità».
Lo scorso settembre era stato sgomberato dallo stabile occupato di via Salaria, quello degli “ingovernabili”. «In quanto single, l’amministrazione cittadina non gli ha trovato neppure un posto dove andare a dormire – dice Caligiuri – Sher Khan è l’ennesima vittima del fallimento delle istituzioni sulle politiche d’accoglienza degli immigrati».