Nel quartiere romano del “Pigneto”, noto per essere una tra le località più frequentate dalla movida capitolina, la Guardia di Finanza ha compiuto una operazione che ha portato all’identificazione e alcune denunce di una ventina di senegalesi per commercio abusivo.
Per le fiamme gialle si è trattato di un normale «controllo del territorio contro il fenomeno della contraffazione che rientra nei servizi previsti dal Patto per Roma sicura», conclusosi con gli stranieri portati in caserma e alcune denunce. Per i senegalesi rimasti coinvolti nell’operazione invece, quella verificatasi al Pigneto «è stata una caccia all’uomo. Agenti in assetto antisommossa che inseguivano e fermavano chiunque dal colore della pelle apparisse straniero. In qualche caso sono volate anche delle manganellate» come denunciato da un ragazzo senegalese che vive nel quartiere.
Continua un altro senegalese che dice di aver assistito alla scena: «L’operazione è cominciata fin dalla mattina. C’era un gruppo di miei connazionali, una quarantina, tutti residenti in zona. Alcuni agenti in borghese hanno cominciato a interrogarli e a perquisirli. Quando alcuni dei ragazzi si sono ribellati dicendo che non avevano nulla da nascondere, uno degli agenti ha estratto la pistola. A quel punto alcuni dei giovani senegalesi si sono spaventati e hanno impugnato qualche bastone per difesa. Così gli agenti sono andati via».
Intorno alle 18,30, proseguono altri testimoni «gli agenti sono arrivati con due camionette e le volati schierandosi in assetto antisommossa. Sono scesi e hanno cominciato a rastrellare tutti – aggiunge un altro ragazzo senegalese – fermando anche gente che non c’entrava nulla». Un altro testimone, un italiano del posto, racconta: «La caccia all’uomo è stata svolta in tutte le vie del quartiere, all’angolo tra via Campobasso e via del Pigneto».
Il gruppo di senegalesi che abita a pochi metri racconta che «subito dopo è partita una perquisizione nei loro appartamenti». «Ci hanno rotto porte e finestre – dice uno dei ragazzi senegalesi coinvolti – noi siamo tutti lavoratori ambulanti, in regola con il permesso di soggiorno. Non capiamo come questo sia potuto accadere».
La tesi dei senegalesi è stata sposata da Andrea Alzetta di Action, un gruppo politico vicino ai centri sociali: «L’operazione di polizia che ha portato all’arresto di una ventina di senegalesi per commercio abusivo rappresenta una vera e propria pulizia etnica. C’è un interesse a creare in questa città un clima teso. Si sono trattati come criminali pericolosi persone che si trovano in condizione di disagio. Operazioni come questa producono la criminalità che dicono di voler combattere. Mi auguro che le forze politiche di destra e di sinistra che soltanto qualche giorno fa hanno sfilato contro la discriminazione e il razzismo non rimangano in silenzio».
