A Roma è guerra agli spacciatori che ogni fine settimana “lavorano” sui luoghi della movida romana: da Ponte Sisto a Ponte Milvio fino a San Lorenzo.
Ponte Sisto è stato costruito durante il pontificato di Sisto IV ed è un posto ideale per gli spacciatori se non altro perché il ponte che sta nel cuore di Roma è pedonale e collega Piazza Trilussa – il luogo più frequentato nelle notti dei fine settimana a Trastevere – con Campo De’ Fiori, altra piazza molto nota tra il venerdì e il sabato sera. Da giugno, i carabinieri hanno arrestato 72 persone nella zona e dichiarano con orgoglio di non volersi fermare.
In quasi tutti i casi gli spacciatori vengono dal Marocco o dalla Tunisia, ma non mancano ragazzi italiani che vendono droga oramai in dosi anche da 0,20 grammi: cocaina, erba o hashish le merci più richieste. A Trastevere, un’associazione di residenti solo pochi giorni fa ha ripreso dei ragazzi che consumavano cocaina sotto le loro finestre, girando gli specchietti degli scooter parcheggiati. La “bamba”, così viene chiamata la cocaina, costa «un grammo 80 euro, mezzo si scende a 50. La si prepara sulla sella e per consumarla basta girare lo specchietto» racconta Simone, 17 anni.
A Ponte Milvio si spaccia dentro le mini car: spiega Riccardo, 16 anni che nella macchinetta «si mostra la merce e avviene lo scambio»; a Campo De’ Fiori invece, spiega Guido «il presidio delle forze dell’ordine un po’ ha frenato il mercato, ma se cerchi, c’è chi spaccia pure sotto la statua di Giordano Bruno, a pochi metri dalle camionette». A San Lorenzo, il quartiere universitario di Roma, tutto avviene sotto alla luce della luna: basta andare a piazza dell’Immacolata dove come racconta Gianluca «basta avvicinarsi a qualcuno in piazza e chiedere quello che ti serve (erba, hashish, cocaina ma anche eroina) poi a discrezione dello spacciatore la roba la compri li, oppure ti chiedono di seguirli nelle viette vicine».
Spiega il colonnello Casarsa del Gruppo Roma dei carabinieri che Ponte Sisto è un «sorvegliato speciale» e che sfortunatamente molte volte i pusher «buttano la droga nel Tevere e diventa difficile incastrarli». Il metodo usato dall’Arma è il solito: usare degli infiltrati che si mischiano ai ragazzi.
Gli infiltrati, non lavorano solo su Ponte Sisto: sono anche in tutti i luoghi frequentati da persone che cercano un’ora di sballo nel fine settimana. Conclude Casarsa: «Senza la nostra presenza, il fenomeno del consumo della droga dilagherebbe».
