La Giunta di Roma ha approvato il nuovo regolamento per i pubblici esercizi. Le norme, presentate il 22 ottobre dall’assessore al commercio Davide Bordoni, sembrano destinate a far discutere. In primo luogo, infatti, il regolamento prevede lo stop alle nuove aperture nelle zone più centrali, servite e ambite: niente bar, ristoranti e locali, quindi, in aree come Trastevere, San Lorenzo e Testaccio.
L’altro elemento innovativo è l’introduzione di una sorta di “patente a punti”, basata su criteri di qualità per chi voglia aprire una nuova attività.
Il territorio del Comune è stato diviso in tre fasce cui corrispondono diversi standard da raggiungere per poter aprire il sospirato locale. Su un massimo di 200 punti a disposizione, quindi, per aprire un ristorante in una zona periferica con standard richiesto basso, basterà ottenerne 120. Ce ne vorranno, invece, oltre 170 per inaugurare un locale in un’area centrale.
I punti licenza verranno attribuiti in base alla capacità dell’aspirante gestore di garantire “criteri di qualità”. Tra i più importanti, la presenza di un parcheggio privato entro 300 metri dal locale, che viene premiata con 50 crediti. Sono 40 i punti, invece, per chi insonorizza correttamente il locale, 15 per bagni differenziati e aree attrezzate per bambini. Ben viste dalla giunta, anche il possesso di un attestato di formazione in materia di sicurezza e prevenzione e la presenza del fasciatoio per neonati nei bagni.
Non danno punti, ma sono considerati prerequisiti indispensabili la raccolta differenziata dei rifiuti, l’assenza di barriere architettoniche, e le dimensioni minime dei locali dove vengono lavorati gli alimenti da vendere ai clienti.
Il regolamento è stato accolto con cauta soddisfazione dalla Assobar, l’associazione dei gestori di pubblici esercizi che, però, sottolineano la necessità di regolamentare, in modo altrettanto rigoroso anche i circoli culturali. Per Alberto Pica, presidente di Assobar, infatti, «negli ultimi anni le pseudo attività culturali sono diventate un modo facile per eludere le regole».