Con quindici arresti, sollecitati dalle procure di Roma e Perugia, gli ambienti giudiziari romani hanno constatato di avere il malaffare in casa.
Destinatari delle misure cautelari, chi ai domiciliari e chi in carcere, due giudici di pace della sezione civile, un cancelliere, un avvocato, i gestori dello sportello per valori bollati del tribunale civile di Roma a via Lepanto, una coppia che gestisce un ufficio di pratiche legali a un passo da piazzale Clodio, oltre a una sfilza di faccendieri napoletani che si occupavano della contraffazione dei valori.
Scrive Adelaide Pierucci sul Messaggero:
Per il giudice di pace in servizio a Ostia Alfonso Colarusso e per quello di Roma Giuseppe Martella le misure, ai domiciliari, sono state eseguite con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Alla Polfer di Roma era arrivata la segnalazione che le contravvenzioni contestate ad autisti Ncc e tassisti abusivi venivano cancellate da sospetti giudici compiacenti. Ed è indagando su questo fronte che il pm di Roma Silvia Sereni ha scoperchiato la mega-truffa delle marche da bollo e i contributi unificati contraffatti realizzati in una stamperia (sequestrata ieri a Napoli) per essere piazzati in uffici giudiziari e legali della Capitale. Puntata l’attenzione su Colarusso, infatti, si scopre che un avvocato, Massimo Mirabella, di casa a Ostia, non solo si sarebbe reso protagonista di una faccenda di corruzione col magistrato non togato, ma sarebbe stato anche un fidato acquirente di marche da bollo taroccate a lui fornite da un cancelliere, Pasquale Acanfora, in servizio presso l’ufficio del giudice di pace penale di Roma.
L’inchiesta quindi si divide: il fascicolo sui giudici di pace viene trasmesso a Perugia, competente a indagare sui magistrati romani, e quello sulle marche false resta a Roma. Ed è scavando su questo fronte che gli inquirenti scoprono che il raggiro dei falsi valori è gigantesco, per centinaia di migliaia di euro. Ieri sono partiti gli arresti per i giudici di pace ed altri undici indagati. Oltre ai domiciliari per Mirabella e Acanfora, sono stati decisi gli arresti per i napoletani Salvatore de Angelis, Carmine Buonocore, Pasquale e Carmine Schiavone. Ai domiciliari anche quattro professionisti noti nell’ambiente giudiziario: Simone Guarnacci e Maria Rita Pugliese, che vendevano le marche fasulle allo sportello interno al tribunale civile, Massimiliano Colangeli e Letizia Passante, titolari di un’agenzia di pratiche legali. Secondo il gip Vilma Passamonti che ha firmato gli arresti i quattro «procuravano per l’associazione anche le fotocopie dei valori regolarmente emessi, necessarie per la duplicazione».