La storia era nata, come spesso accade, su Facebook. È stata una relazione breve e tempestosa, poiché fin di primi giorni la futura vittima si è accorta che la donna, 32 anni, era una partner un po’ sopra le righe: gelosissima, con scatti d’ira e perfino aggressioni fisiche.
L’interruzione della relazione dopo appena un mese h determinato, per il 33enne, l’inizio dell’inferno. Scrive il Corriere della Sera:
Telefonate 24 ore su 24; ogni giorno centinaia di sms, mail e messaggi via WhatsApp; minacce del tipo: “Te la faccio pagare”, “Ti voglio morto”; appostamenti continui sotto l’abitazione. Una sera l’uomo ha anche trovato un cuore inciso sulla porta di casa. Disperato, pur di far perdere le sue tracce si è trasferito dai genitori, ma Laura non si è arresa: la persecuzione è continuata come prima, con la conseguenza che ha coinvolto pure i familiari del 33enne.
Una mattina di maggio infine, giunto in ufficio, il 33enne ha scoperto che la donna l’aveva additato ai suoi superiori come il “mostro” che l’aveva violentata e messa incinta. Stremato da un mese di molestie, ma anche furibondo per la gravissima calunnia, il giovane ha chiesto aiuto ai carabinieri della compagnia di Trastevere, guidata dal maggiore Massimiliano Sole. Indagini e riscontri hanno permesso di inchiodare la donna alle sue responsabilità: il pm Eugenio Albamonte ha chiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare del divieto di avvicinamento al 33enne, provvedimento che i militari hanno notificato alla stalker nella serata di martedì.