Uccise la sua amante romena di 32 anni, Maria Dobrita, strangolandola e dando poi il corpo alle fiamme.
L’uomo, un romeno di 34 anni di nome Mustatea Gelu, è stato condannato dalla prima Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Roma, presieduta da Antonio Cappiello, a 14 anni di reclusione. La Corte ha ridotto la pena di due anni, rispetto ai 16 inflitti in primo grado con il rito abbreviato, ma ha deciso di trasmettere gli atti alla Procura di Roma per il reato di distruzione di cadavere.
Maria Dobrita, venne rinvenuta cadavere il 15 gennaio del 2007, nella sua abitazione all’interno di un piccola fabbrica dove viveva e dove era incaricata della vigilanza notturna. I carabinieri accertarono che la donna era stata uccisa e poi data alle fiamme nel tentativo di simulare un suicidio. Le successive indagini permisero agli inquirenti di risalire all’amante della donna con il quale aveva anche un debito di 120 euro. Nel corso dell’interrogatorio Mustatea Gelu ha confessato l’omicidio asserendo di aver ucciso poiche’ non era piu’ in grado di portare avanti la loro relazione clandestina.
