Comprano le opere ad Acilia e poi le rivendono in piazza Navona a Roma. L’arte per le strade del centro storico capitolino è ormai patrimonio di pittori cialtroni e abusivi.
I venditori di quadri e di poster sono raddoppiati, secondo la delibera del 2007 dovevano essere 44 e invece superano i 90. Rappresentano i ritrattisti estemporanei che voleva il Comune? Niente di più lontano gli artisti del tarocco sono solo un tramite per saziare le richieste dei turisti.
Uno dei pittori veri rimasti racconta al Corriere della Sera: «Siamo tutti abusivi e in Comune la faccenda è nota. Dopo la delibera del 2007 fu organizzata una prova farsa in municipio, ma non si è mai riuscito a fare una selezione. Troppi interessi commerciali, il municipio ha fatto sue le ragioni dei finti pittori. A questo punto gli stessi turisti snobbano le tele autentiche in favore di quelle fasulle. Confrontano i prezzi, sono colpiti dai colori accesi delle stampe industriali e poi vedono i nostri dipinti piccoli e irregolari e vanno via. I primi due mesi dell’anno ho fatto mille euro al mese».
Acquistano dalla ditta Agostinelli di Acilia e smerciano i quadri della fabbrica di cornici, specchi e complementi d’arredo, in città da circa trent’anni. I gestori del negozio ammettono di fornire i rivenditori di piazza Navona che poi si fanno pagano dai 150 a 420 euro.
Oltre ai pittori fasulli però ci sono anche le micromafie a crescere in Piazza Navona, come spiegano alcuni rivenditori: «Qui siamo minacciati. Si tratta di un macedone venuto qui anni fa. Un tempo faceva i braccialetti e rubava i portafogli. Ora quattro postazioni sulla piazza sono sue. E si espande. Minaccia di dare fuoco alle nostre cose».