
ROMA Il vice presidente della Camera Roberto Giachetti non ha potuto arrivare alle celebrazioni del 25 aprile all’Altare della Patria con il suo scooter perché i vigili urbani lo hanno fermato: non era a bordo di un’auto ufficiciale, un’auto blu e è dovuto andare a piedi. Più che giusto, hanno commentato molti cittadini: se l’accesso era proibito a tutti i mezzi non di servizio, così doveva essere anche per il deputato in moto e casco come un terrorista.
“Il mio scooterone è pure blu”
ha commentato Roberto Giachetti. I vigili urbani della città del sindaco ciclista Ignazio Marino sono stati irremovibili. Quando Roberto Giachetti ha provato a spiegare che lui all’auto blu ci ha rinunciato dal primo giorno, un vigile, dando prova di buon senso e poca inclinazione per la demagogia, gli ha ribattuto:
“Ha fatto male”.
Il racconto raccolto da Mauro Evangelisti per il Messaggero è divertente e anche educativo:Roberto Giachetti, Pd, renziano, radicale e vicepresidente della Camera, quando fu eletto vicepresidente della Camera dissee «no, grazie» all’appartamento e alla macchina di servizio:
“Io mi sposto solo con il mio scooter”.
La mattina del 25 aprile, attorno alle 9.20, a bordo del suo scooter si è avvicinato a piazza Venezia, a Roma, dove si trova l’Altare della Patria, luogo della cerimonia celebrativa del 25 aprile.
Racconta Mauro Evangelisti:
“Lo fermano due vigilesse. Spiega loro che, anche se il casco può ingannare, è il vicepresidente della Camera e deve partecipare alla cerimonia con il capo dello Stato.
«Con senso pratico, mi fanno passare. Poi, però, incontro altri due vigili. E le cose vanno diversamente». Giachetti ripete chi è, dove va e che è in ritardo, loro gli spiegano che non si può fare, con lo scooter non può entrare nella piazza: o ha l’auto blu o va a piedi.
«Se volete vi mostro il tesserino di servizio».
I due vigili non arretrano. Giachetti si arrende, parcheggia lo scooter, lo chiude con la catena e, affannato, corre per circa 400 metri a piedi”.
Dopo la cerimonia, Roberto Giachetti racconta su Facebook la disavventura con queste parole:
“Arrivo a piazza della Bocca della Verità e c’è un blocco dei vigili urbani. Mi accosto ed educatamente dico loro: buongiorno sono il vicepresidente della Camera e dovrei andare a piazza Venezia per la cerimonia con il Presidente della Repubblica. Risposta del primo vigile: qui possono passare solo auto di servizio, lei con la moto privata no. Provo a replicare: sì ma guardi io ho rinunciato all’auto di servizio giro solo con la mia moto. Insorge il secondo vigile: e ha fatto male, se vuole va a piedi qui passano solo le auto di servizio. Così solo per raccontare come vanno le cose in questo meraviglioso Paese”.
Segue dibattito, che Mauro Evangelisti riporta nel dettaglio ed è anch’esso educativo.
Dalle parole della parlamentare renziana del Pd, Lorenza Bonaccorsi, che perde una grande occasione per tacere, emerge che sono tutti uguali, destra e sinistra, arroganti e prepotenti, con quel senso di potere astioso che lei non sa chi sono io, con l’esortazione al disastroso Ignazio Marino a fare addirittura un’inchiesta:
“Non c’è da dubitare che il sindaco di Roma, che ha voluto caratterizzarsi come il primo cittadino in bicicletta, avvierà una verifica interna sull’episodio denunciato dal vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti. Bloccare il passaggio, come hanno fatto i vigili romani a un rappresentante istituzionale che ha avuto il coraggio e la sensibilità di rinunciare all’auto blu, significa dare ai cittadini l’ennesimo messaggio che alimenta l’insofferenza nei confronti della casta”.
Sono però numerosi quelli dotarti di buon senso e
“che se la prendono con il vicepresidente della Camera scooterista”:
“Se proprio voleva fare il rivoluzionario, perché non andare a piedi? Un cittadino normale neanche con lo scooter potrebbe passare. Allora o fa il deputato che non fa parte della casta del tutto oppure non lo fa”, “chi presidiava quel varco lo faceva secondo precise disposizioni emanate per la sicurezza pubblica. Abbiate più rispetto per chi fa il proprio dovere”.
